AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : parstoday
martedì

21 aprile 2020

13:54:21
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L’Imam Mahdi e l’escatologia sciita- 1a parte

Da qualche tempo a questa parte è dato d’assistere ...

(ABNA24.com) nel mondo occidentale all’inquietante spettacolo di tutto un ribollire variegato di pulsioni millenaristiche ed escatologiche, cui fa da contraltare, in altri ambienti, una completa rimozione di questa medesima problematica, se non altro nei suoi aspetti più concreti, attuali, operativi, laddove essa non abbia a ridursi ad una mera disputa accademica ed erudita. Da un lato dunque il moltiplicarsi di gesti scomposti, di empiti confusi, di torbide emozioni, di visioni, speranze, terrori, di cui è tipico esempio un certo protestantesimo americano fondamentalista e settario; dall’altro canto, un razionalismo modernista, oggi accettato anche dalle gerarchie cattoliche, che si sforza di rimuovere ogni riferimento concreto a questo medesimo riguardo, senza peraltro sottrarsi, quando ciò gli abbisogni, dal prendere atto, in modo del tutto incidentale e strumentale, delle difficoltà che si oppongono al presunto progresso spontaneo e indefinito dell’uomo verso la felicità meramente terrena.

 

Stando così le cose, quale potrà essere, in ragione delle sue peculiarità costitutive, il ruolo che l’escatologia sciita duodecimana è chiamata ad assumere nei confronti di questi due eccessi, a nostro avviso vere e proprie aberrazioni del mondo occidentale contemporaneo? In primo luogo è di fondamentale importanza rilevare che essa, incentrata com’è sulla persona dell’Imam Mahdi è e non è, sotto un certo riguardo, un’escatologia, per lo meno se si assume quest’ultima locuzione in un senso limitativo, letterale e non traslato. Il fatto è che il Mahdi (che Allah affretti la sua Manifestazione), l’Imam Occulto sul cui ritorno dall’occultamento alla manifestazione sono incentrate le speranze di riscatto non soltanto della comunità sciita, ma dell’intera Umma islamica e di tutti i nobili e oppressi, dei diseredati della terra, questi altri non è se non l’Imam Vivente (AJ), persona concretamente presente nel nostro mondo, anima e corpo, realmente, e non in un senso traslato, analogico o figurato che sia. Ecco perché abbiamo detto poc’anzi che se ne festeggia il genetliaco, piuttosto che l’anniversario della nascita. Ed in effetti, secondo la dottrina sciita, l’Imam Mahdi (AJ) non si è affatto allontanato dal nostro mondo, non è morto, non è asceso al cielo, non si è sottratto alla vista degli uomini per oltrepassare in uno qualsiasi degli indefiniti stati possibili dell’individualità umana noti all’onnipotenza del Signore dei Mondi, ma è vivo e presente in tutta la sua corporeità alla comunità dei credenti, quantunque essi non se ne avvedano, nel pieno esercizio della sua funzione di Guida, di Polo, ed in tutta la pienezza della condizione spirituale propria a ciascuno dei 14 purissimi (AS), a ciascuna delle 14 Luci che Iddio pose attorno al Suo Trono prima della creazione del mondo.

 

A questo riguardo, non sarà fuor di luogo rilevare come questo particolare stato del 12° Imam (AJ) distingua nettamente l’Islam sciita dalle altre tradizioni spirituali del genere umano. Questo non per una ricerca di particolarità, d’innovazione, di differenza fine a sé stessa, quale quella propria all’individualismo della modernità occidentale, quanto piuttosto al fine di prendere atto di un dato di fatto d’ordine sia fisico che metafisico che consente di dar ragione, in un senso corretto ed eminente, dell’universalità stessa della Scia duodecimana. Giacché anche altre tradizioni conobbero figure (quali Re Artù, Re Sebastiano, Federico Barbarossa, Amfortas, il Kalki Avatara, Balder, il Budda Maytreya, Saoshyant, ecc.), che verranno o torneranno ad assicurare il trionfo della giustizia contro le forze dell’empietà e della miscredenza, ma nessuna di loro è un individuo concreto e vivente come l’Imam Occulto (aj), trattandosi di personaggi che o resusciteranno da morte, o si risveglieranno dal sonno debilitante nel quale sono per ora immersi o verranno dal cielo, o da esso torneranno dopo esservi state assunti, o nasceranno ex novo. Si tratta pertanto sempre di un passaggio da una condizione di assenza ad una condizione di presenza, laddove al contrario l’Imam Occulto (aj) continua ad esser presente in tutta la concretezza della sua stessa corporeità, essendo appunto questa sua presenza ad assicurare quella continuità tra il mondo divino ed il mondo umano che procede dal fissarsi della Rivelazione nell’umanità del Profeta (S) prima, ed in quella degli Imam (as) suoi successori poi. A questo medesimo riguardo abbiamo parlato di uno stato di fatto, e non di una credenza, per contraddistinguere questo carattere peculiare della Scia, per sottolineare come si tratti di una concezione fondata su di una realtà effettuale che procede da una necessità, dalla necessità della continuità non soltanto orizzontale, temporale, della Rivelazione Profetica, relativa alla sua trasmissione nel mondo degli uomini, ma anche verticale, ontologica, in rapporto alla sua contiguità ed apertura al dominio metafisico, garantita solo dalla mediazione degli Intimi di Dio (as).

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