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source : parstoday
mercoledì

22 aprile 2020

09:54:42
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L’Imam Mahdi e l’escatologia sciita- 2a parte

E’ dunque questo carattere particolare a render ragione della peculiarità della Scia Duodecimana, e ...

(ABNA24.com) dunque della sua eminenza sia ontologica, che ne riporta l’universalità al dominio sovraformale della spiritualità pura, contro la sciattezza e la banalità d’ogni piatto indifferentismo ecumenico, sia escatologica. E rientrano qui in gioco le nostre precedenti considerazioni. Si era detto dianzi che quella della Scia, se riferita alla figura dell’Imam Occulto (aj), è e non è nel contempo, sotto differenti riguardi, un’escatologia. Ed in effetti, laddove questa espressione la si intenda in riferimento alla dottrina delle cose ultime, dei destini dell’uomo e del mondo, in un senso strettamente temporale, sarà pur vero che la funzione dell’Imam (aj), in ragione della sua portata trascendente, ha senso qui ed ora, in seno al nostro mondo ed alla sua attualità temporale, invece di rimandare ad un tempo futuro. L’Imam (AJ) è garante della Rivelazione Profetica, quantunque non ne sia il promulgatore, e ne garantisce la continuità metafisica all’intera comunità dei credenti, ed il magistero esoterico alla cerchia più ristretta degli gnostici. Gli uomini non si avvedono della sua presenza solo in ragione del loro indurimento spirituale, e soltanto agli eletti è dato d’avere rapporti con la sua persona, e di rimirarne la stessa presenza sensibile. A questa stregua, quella dell’Imam Occulto (aj) è una dottrina, più che dei destini ultimi, della primordialità ontologica della trascendenza divina rispetto all’uomo ed al mondo, il rapporto con la quale è assicurato, come si è già detto poc’anzi, dalla dignità spirituale e dalla funzione polare del Mahdi (aj), dell’Imam Vivente (aj). Ma se d’altra parte nel Principio Divino la causa efficiente coincide appieno con la causa finale, ecco che il Creatore è anche il fine ultimo del creato, ed a questo patto, intendendo questa medesima locuzione in senso traslato, l’escatologia sciita è anche in senso metafisico una dottrina del fine ultimo dell’uomo, della sua destinazione, del suo rapporto col Divino, che gli viene assicurato dalla mediazione degli intimi di Dio, dei Purissimi, e nella fattispecie della funzione polare dell’Imam Occulto (aj). Ma se inoltre quello che è il fine ultimo in senso trascendente si riflette a suo modo nel dominio storico, temporale, e se l’Islam è la legge della sottomissione dell’uomo e dell’intero creato alla Volontà Divina, ecco come la figura del Mahdi (aj), che è destinato ad assicurare la vittoria finale dell’Islam sull’empietà e sulla miscredenza, si ripropone in una prospettiva escatologica che non rinvia solo al piano metafisico, ma anche a quello che è il livello del nostro mondo, al piano della concreta effettualità storica.

 

Questa duplice prospettiva, e questo duplice ordine di realtà a cui essa si ricollega, fanno dell’escatologia imamica propria alla Scia Duodecimana un qualcosa d’assolutamente diverso da quei due estremi di cui s’era parlato all’inizio, di cui essa viene a rappresentare il mezzo verace che rifugge da entrambi gli eccessi, come richiesto dalla stessa necessità della legge di natura. Non empito emozionale confuso e torbido, dunque, né strumentale rimozione razionalistica, ma autenticità e radicamento metafisico che non soltanto permette d’intravedere la necessità del raddrizzamento finale del nostro mondo al di là della sua degenerazione, ma dà ragione d’ogni sforzo d’andare avanti in direzione di un tale fine a procedere dal fondamento ontologico dell’Islam e dalla sua universalità, dalla sottomissione alla Volontà Divina e dalla conformità alla Sua Legge. Ecco come i due ordini suddetti, trascendente e temporale, divino e umano, si legano nella prassi stessa della Scia Duodecimana, giacché la sua stessa azione storica, la sua stessa iniziativa rivoluzionaria, procedono dalla realtà concreta della persona e della funzione dell’Imam Vivente (AJ), e quindi dal dominio dei principi primi, dalla stessa Volontà Divina. Nulla pertanto ch’abbia a che vedere con una fede cieca pronta a giustificare ogni sua aberrazione, ma azione consapevole del suo radicamento metafisico che fa sì che essa si ricolleghi a quello che sarà l’intervento finale che Dio opererà nel nostro mondo tramite il Suo Inviato (aj). Questo noi crediamo che sia, alla luce della figura di quell’Imam Mahdi (aj) che oggi qui onoriamo, il senso della lotta che l’Islam Sciita ha intrapreso oggigiorno contro l’arroganza globale dell’imperialismo mondialista, a procedere dall’opera dell’Imam Khomeyni e dalla vittoria della Rivoluzione Islamica in Iran. E questo è a nostro avviso il messaggio della Scia al mondo contemporaneo: l’uomo può e deve combattere contro l’oppressione e l’ingiustizia, a patto di ricollegarsi, ciascuno secondo il suo rango spirituale, alla presenza concreta, vivente e corporea nel nostro mondo dell’Imam Occulto, di quel Mahdi (aj) che assicurerà la vittoria definitiva dell’Islam, della Volontà e della Legge Divina, contro la miscredenza e la sovversione, nel dominio stesso della storia, ovverosia di quel tempo di cui il Sovrano dei Mondi gli ha conferito la Signoria.

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