AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : parstoday
domenica

3 maggio 2020

12:59:19
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Regole per il digiuno nel santo mese di Ramadan- 1a parte

“O voi che credete! Vi è stato prescritto il digiuno così come fu prescritto a coloro prima di voi, [questo] affinché prosperiate” (al-Baqarah: 183)

(ABNA24.com) DEFINIZIONE DI DIGIUNO

Il digiuno nel santo mese di Ramadan significa astenersi da determinate azioni con l’intenzione di avvicinarsi a Dio Onnipotente

CONDIZIONI PER LA VALIDITA’ DEL DIGIUNO

Il digiuno è un dovere per ogni persona che possieda le seguenti caratteristiche:

– Islam (ciò significa che la persona deve essere musulmana);

– Intelletto;

– Fuori dal ciclo mestruale;

– Fuori dal nifas (ossia le perdite di sangue post-parto);

– Essere residente (vale a dire non essere in viaggio);

– Non essere malato.

Alcuni giuristi aggiungono alla sopramenzionate condizioni anche la taqwa e l’accettazione della salat.

Per quanto riguarda lo stato di malattia, il solo timore di esserlo o diventarlo è sufficiente per potersi astenere dal digiuno. A tal riguardo l’opinione di un dottore è prova sufficiente.

STABILIRE LA LUNA NUOVA

Dato che il calendario islamico si basa sul sistema lunare, la luna nuova stabilisce l’inizio del nuovo mese e, di conseguenza, anche il primo giorno del santo mese di Ramadan. La luna nuova viene stabilita in accordo ad uno dei criteri seguenti:

-Se il mukallaf l’ha avvistata di persona;

-Se il mukallaf è soddisfatto della testimonianza e certezza generale dei membri della comunità islamica laddove risiede;

-Se sono passati trenta giorni dall’inizio del mese di Sha’ban;

-Se due persone giuste testimoniano di aver avvistato la nuova luna. Comunque se una persona raggiunge una certezza sicura ed evidente attraverso la testimonianza di una sola persona, ciò è sufficiente.

La testimonianza di persone giuste al di fuori del proprio paese di residenza ha valore quando il paese in cui queste risiedono possiede lo stesso orizzonte del proprio paese e la luna può essere avvistata in entrambi. Alcuni giuristi comunque ritengono valido l’avvistamento della nuova luna in tutte quelle zone che condividono perlomeno una breve parte della notte con una zona ove la luna è stata avvistata.

Se non si è sicuri che il giorno seguente sia l’ultimo di Sha’ban o il primo del santo mese di Ramadan, è bene digiunare con l’intenzione che sia il primo giorno del santo mese. Poi, se viene a conoscenza che si è trattato dell’ultimo giorno di Sha’ban, il digiuno viene considerato meritorio. Se però in quel giorno si digiuna con l’intenzione che si tratti dell’ultimo giorno di Sha’ban o di un “giorno dubbio” (yawm al-shakk), e viene poi a conoscenza si trattava effettivamente del primo giorno del santo mese di Ramadan, si dovrà compiere qadà (vedere piu avanti).

Alcuni giuristi ritengono che la nuova luna debba essere avvistata ad occhi nudo, altri invece permettono l’utilizzo del telescopio.

L’INTENZIONE (NIYYAT)

La formulazione dell’intenzione non necessita di essere formulata a parole; piuttosto è sufficiente un’intenzione generale ove si è coscienti di astenersi da quanto prescritto perché ciò è stato ordinato da Dio.

L’intenzione deve essere quella di digiunare ogni giorno del santo mese di Ramadan dall’alba fino al tramonto e deve essere compiuta la notte che precede il santo mese oppure poco prima dell’alba del primo giorno del santo mese. Comunque non è necessario formulare l’intenzione ogni singola notte del santo mese ma è bensì sufficiente farlo soltanto la notte che precede il suo inizio (purché l’intenzione compiuta sia quella di digiunare per l’intero mese e non per un sol giorno).

FATTORI CHE INVALIDANO IL DIGIUNO

Il digiuno viene invalidato da uno o più dei seguenti fattori:

Cibo e bevande

Non fa differenza se la quantità di cibo o bevanda consumata sia in grande o piccola quantità; essa invalida comunque il digiuno. In maniera simile, anche il cibo e le bevande consumate attraverso metodi non ordinari (come, ad esempio, bere attraverso il naso) invalidano il digiuno.

Il nutrimento amministrato per via endovenosa, per motivi medici, non invalida il digiuno così come non lo invalidano le somministrazioni di gocce sugli occhi o nelle orecchie.

 

Sia il muco proveniente dal petto che il sudore che scende dalla testa che giungono alla bocca non devono essere ingoiati.

Durante il digiuno è permesso lavarsi i denti con il dentifricio a condizione che questo non venga ingoiato.

Non è necessario lavarsi i denti prima dell’adhan (chiamata alla Preghiera) dell’alba. Comunque, se sappiamo che alcune parti di cibo rimaste tra i denti verranno ingoiate anche involontariamente durante le ore di digiuno, si dovrà necessariamente lavare i denti.

Una persona che mastica il cibo al fine di svezzare i propri figli non invalida il suo digiuno.

Rapporti sessuali

Ogni tipo di rapporto sessuale invalida il digiuno, sia che questo avvenga per via ordinaria o per via anale. Anche se non viene raggiunto alcun orgasmo o eiaculazione, il digiuno viene comunque invalidato.

Se si ottiene piacere ma non si effettua la penetrazione, e eiaculazione e/o orgasmo non vengono raggiunti, il digiuno non viene invalidato.

Se una persona dimentica di essere in stato di digiuno e commette un atto sessuale, oppure viene forzata a commetterlo, questo non invaliderà il suo digiuno. Comunque, non appena si ricorda di essere a digiuno, o appena non viene più forzata a commettere l’atto in questione, essa dovrà immediatamente astenersi dal rapporto sessuale, altrimenti il suo digiuno sarà considerato invalido.

Eiaculazione volontaria

Se una persona si masturba mentre è in stato di digiuno, questo sarà invalido. Se la masturbazione non raggiunge però l’eiaculazione, il digiuno non verrà invalidato.

Se avviene un’eiaculazione in maniera involontaria, il digiuno non verrà invalidato.

Rimanere volontariamente in stato di junub dopo l’alba

Se una persona che è entrata in stato di junub (lo stato in cui si trova chi ha avuto una ieaculazione, sia volontaria che involontaria) durante la notte rimane volontariamente nel suddetto stato fino al sorgere dell’alba, il suo digiuno verrà invalidato. Se, comunque, ciò avviene involontariamente, il digiuno non verrà invalidato.

Se una persona entrata in stato di junub durante la notte si addormenta con la certezza che si sveglierà prima dell’alba ma ciò non avviene, il digiuno non è invalido.

Mentire su Dio, il Profeta (S) o l’Ahl al-Bayt

Se una persona mente su Dio, il Profeta (S) o l’Ahl al-Bayt, sia verbalmente che per iscritto o anche a gesti, questa invalida il proprio digiuno.

Se si cita una Tradizione senza avere alcuna certezza che questa sia vera o falsa, si dovrebbe citare anche la fonte da cui tale Tradizione è stata tratta.

Se una persona cita una Tradizione ritenendola vera ma poi si accorge che non è autentica, non ha invalidato il suo digiuno.

Far passare una sostanza densa o semi-densa attraverso la gola

Far passare una sostanza densa o semi-densa attraverso la gola invalida il digiuno. Ciò include terra, polvere o fumo.

Se un particolare tipo di incenso produce polvere densa o semi-densa, la quale viene poi inalata fino a che giunge alla gola, invalida il digiuno.

Immersione della testa nell’acqua

Immergere la testa nell’acqua invalida il digiuno anche se il resto del corpo ne resta fuori. Comunque, immergere soltanto metà della testa nell’acqua, non invalida il digiuno.

Immergere la testa in liquidi che non siano acqua non invalida il digiuno.

Se una persona immerge la testa nell’acqua involontariamente, il suo digiuno non verrà invalidato.

Clistere attraverso una sostanza liquida

Farsi un clistere attraverso una sostanza liquida, anche se per necessità mediche, invalida il digiuno.

Vomito volontario

Vomitare intenzionalmente invalida il digiuno. Comunque, se ciò avviene involontariamente, il digiuno non verrà invalidato.

Se una persona mangia qualcosa per errore durante il santo mese di Ramadan e poi si ricorda di stare digiunando, questa non dovrà cercare volontariamente di vomitare per espellerla dal proprio stomaco.

REGOLE DEL DIGIUNO IN CASO DI VIAGGIO

Le persone che sono in stato di viaggio non devono digiunare. Un “viaggio”, nel linguaggio tecnico della giurisprudenza islamica, consiste nel percorre 8 farsakh. 8 farsakh equivalgono a circa 50 chilometri. Ciò significa che se una persona viaggia e raggiunge una destinazione che dista circa 25 chilometri dal suo luogo di residenza, dovrà rompere il digiuno poiché 25 chilometri dell’andata sommati ai 25 km del ritorno risultano in 50 chilometri di distanza.

Ad un viaggiatore non è permesso di rompere il digiuno prima di essere giunti al “punto limite” (hadd tarakhkhus). Il “punto limite” è il punto in cui inizia il viaggio, ossia il punto in cui non si è più in grado di udire l’adhan recitato nella propria città o di vedere le sue mura o i suoi confini. Comunque, quando una persona non si trova nel proprio watan, la regola del “punto limite” non verrà applicata e si dovrà iniziare il digiuno non appena si è lasciata la città.

La zona in cui una persona vive o decide di vivere viene definita “watan” e se una persona vive sei mesi in una località e sei mesi in un’altra località, entrambe verranno considerate come suo watan. Quando una persona si trova nel proprio watan, deve digiunare in ogni caso, anche se essa vi si trova di passaggio per meno di dieci giorni.

Un viaggiatore non può digiunare dopo aver lasciato il proprio luogo di residenza ed aver raggiunto il luogo di destinazione qualora intenda rimanerci meno di dieci giorni. Se però intende rimanerci più di dieci giorni deve digiunare.

Se un viaggiatore inizia un viaggio al mattino e giunge a destinazione prima di mezzogiorno, deve continuare a digiunare ed il suo digiuno, per quel giorno, è valido. Inoltre se un viaggiatore inizia un viaggio dopo mezzogiorno, deve continuare a digiunare ed il suo digiuno, per quel giorno, è valido. Comunque se un viaggiatore inizia il suo viaggio prima di mezzogiorno e giunge a destinazione dopo mezzogiorno, deve rompere il digiuno.

Se una persona viaggia con l’intenzione di commettere un peccato deve digiunare in ogni caso.