ABNA24 : Con il pretesto di impedire che il Paese dove è ubicato il Canale di Suez cadesse in mano degli‘integralisti’ islamici (Morsi aderiva alla Fratellanza Mussulmana), al-Sisi ha potuto reprimere i partiti diopposizione, la società civile e i mediaindipendenti, tornando instaurare il regime di Mubarak, nel contesto del quale il generale svolgeva ruoli di strategica importanza.
Le innumerevoli e ben documentate violazioni dei diritti umani, sono state letteralmente tollerate dalla Comunità Internazionale in cambio di una spietata lotta contro il terrorismo islamico, la fine della guerra fredda con Israele e il ruolo di contenimento dell’espansionismo turco nel Mediterraneo, Nord Africa e Corno d’Africa.
Unione Europea, Stati Uniti, ONU non sono andati oltre alle condanne formali per le continue violazioni dei diritti umani anche quando i crimini coinvolgevano cittadini occidentali.
Stabilizzatosi al potere il generale ha promosso una politica estera tesa a riconquistare la perduta influenza economica e politica in Africa, attraverso una serie di investimenti controllati dalle Forze Armate di cui al-Sisi è il garante.
Il precedente regime militare di Mubarak aveva posto l’Esercito in una situazione di privilegio, permettendo a generali e colonnelli di controllare ampi e lucrosi settori economici del Paese.
L’egemonia delle Forze Armate sull’economia nazionale era talmente forte che nessun imprenditore egiziano o straniero poteva ignorare i generali in tutti gli importanti investimenti.
L’Esercito di fatto manteneva il vero potere e lo ha dimostrato durante la breve parentesi dell’Amministrazione Morsi.
La caduta di Morsi è dovuta principalmente al suo progetto diestromettere Esercito e Polizia dall’economia nazionale.
Essendo la Fratellanza Mussulmana considerata dall’Occidente un movimento islamico estremista, è stato un gioco da ragazzi per al-Sisi far ‘ingoiare’ all’Occidente il golpe e la brutale repressione popolare come atti necessari per lottare contro il terrorismo islamico.
I gruppi terroristici sunniti operanti nella zona di Suez non vengono totalmente annientati proprio per ricordare alla UE la ‘minaccia’ islamica sul Mediterraneo e sulle rotte marittime verso l’Asia.
In politica estera al-Sisi ha tre obiettivi principali: instaurare in Libia un governo amico (quello del generale Khalifa Haftar), risolvere a suo favore la decennale e delicata disputa sulle acque del Nilo con l’Etiopia econtenere l’espansionismo turco nelcontinente.
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