AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : parstoday
martedì

1 giugno 2021

13:00:25
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L'insurrezione di '15 Khordad 1342', l'inizio della Rivoluzione Islamica 1a P.

Quando scoppiò la Rivoluzione Islamica in Iran il mondo intero rimase sorpreso e allibito.

ABNA24 : A tutti sembrò una rivolta nata dal nulla poiché il mondo, specialmente quello occidentale, aveva un’immagina dell’Iran che non contemplava minimamente neppure l’esistenza di una popolazione fedele ai precetti Islamici ed alle sue guide religiose.

La stampa, la televisione e i mass-media, in genere, si erano sempre occupati della “Corte del Pavone”, dello splendore dei gioielli della corona, delle pompose celebrazioni inscenate dallo Shah, delle vacanze della famiglia reale in Svizzera o in altri luoghi famosi.Nessuno o pochissimi, conoscevamo l’altra faccia della medaglia. Pochissimi sapevano dell’esistenza di un popolo oppresso, sradicato dalle sue radici storiche e culturali, che sotto la minaccia delle armi delle forze dell’ordine del regime, tentava di difendere la sua identità e la sua religione.

La Rivoluzione Islamica non solo non nacque dal nulla, ma fu il risultato finale di anni e anni di lotte clandestine costate migliaia di vite umane e sacrifici enormi.Il 4 giugno 1963 si ebbe la prima e più grande esplosione della collera popolare a livello nazionale, subito repressa in un bagno di sangue che costò la vita a ben 15.000 persone.Le guide religiose musulmane, che da sempre in Iran hanno combattuto a fianco del popolo oppresso per l’indipendenza del paese e per il rispetto della dignità della popolazione e contro il colonialismo e l’imperialismo, condannarono la folle politica dello Shah, il quale per meglio asservire il paese agli interessi delle super-potenze occidentali - alle quali egli era indissolubilmente legato - aveva intrapreso una campagna di occidentalizzazione forzata del paese, tentando di sostituire i tradizionali sistemi culturali con modelli statunitensi o europei completamente estranei alla coscienza delle masse tenacemente attaccate alla propria identità di musulmani iraniani.La vastità della resistenza e del malcontento della popolazione nei confronti dei progetti dello Shah si potè toccare con mano proprio in quel tragico 5 giugno 1963 quando, infiammate dalle parole delle guide religiose, migliaia e migliaia di persone si riversarono nelle strade noncuranti del rischio cui andavano incontro reclamando il loro diritto ad essere rispettati e a far rispettare i santi precetti islamici.Il massacro della Madrasa FeiziyyehIl grido dell’Imam Khomeyni risvegliò il popolo. Egli usava le ricorrenze religiose per mantenere in vita il movimento.

Con le sue dichiarazioni egli accese la fiamma dell’Islam nel cuore delle masse. Le sue parole uscirono da Qom per raggiungere i punti più remoti del paese.La posizione del governo peggiorava di giorno in giorno. I suoi membri si resero conto di non godere di alcun favore tra le masse. Il governo era sostenuto solo dagli stranieri e da coloro che dagli stranieri erano influenzati. Lo Shah era preoccupato della vastità della resistenza degli ulamà. I suoi agenti, sapendo che l’Imam Khomeyni era la guida del movimento e che Qom ne era il centro, pensarono di attaccare proprio là. Lo Shah ideò un piano che a suo parere avrebbe potuto provocare una paura tale tra gli ulamà che essi non avrebbero più avuto il coraggio di interferire per vari anni. Il dispotico Shah pensò che uno spargimento di sangue sarebbe stato il mezzo migliore per distruggere il movimento dalle radici. La gente avrebbe avuto paura e avrebbe ritirato il suo appoggio al movimento e sarebbero tutti diventati come dei cimiteri dove regna il silenzio.

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