AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : Parstoday
venerdì

30 dicembre 2022

15:22:55
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Iran, 13 anni fa: l'epopea del '9 dey'

TEHRAN - L’Epico 9 Dey, ovvero il nono giorno del mese Dey del calendario persiano che coincide con il 30 dicembre, ricorda le manifestazioni storiche tenutesi nel 2009 ...

a sostegno dei valori ed alla leadership della Repubblica islamica che hanno messo fine ai disordini post-elettorali dopo la rielezione dell'allora presidente Mahmoud Ahmadinejad.

Il 12 giugno 2009 si svolsero le elezioni presidenziali in Iran e Ahmadinejad ne uscì vincitore, ma il candicato sconfitto che anche prima dell’annuncio dell’esito delle elezioni si era dichiarato subito vincitore, pretese dei brogli elettorali.

Con la presunta tesi di frode ingannaro infatti l’opinione pubblica senza fornire però alcuna prova attendibile e credibile; e così fecero scoppiare le rivolte in diverse città del Paese.

Ricorrendo alle false pretese sui borgli alle elezioni, soffiavano sul fuoco del caos e incitavano i giovani a scendere in piazza ed a protestare e ribellarsi.

La protesta prese luogo subito dopo la pubblicazione dei risultati elettorali, il 13 giugno 2009, guidata dai sostenitori del candidato sconfitto.

L'Ayatollah Khamenei, il sommo leader iraniano fin da subito invitò tutte le parti, in particolare i giovani, a stare vigili e attenti alle mani dei nemici nascoste dietro questi disordini.

Barak Obama, l'allora presidente degli Stati Uniti, in un messaggio espresse pubblicamente il proprio sostegno ai manifestanti ingannati, definendo solo quel piccolo gruppo dei ribelli il “Popolo iraniano”.

Subito dopo il loro padrone, anche il regime sionista ed i leader di alcuni paesi europei, in particolare l’Inghilterra, espressero esplicitamente l’appoggio ai rivoltosi.

Con la provocazione dei media e dei servizi segreti occidentali e con la complicità degli ipocriti interni, lo slogan "Ridateci il nostro voto" fu rapidamente rimosso e sostituito con motti che prendevano di mira il sistema della Repubblica islamica, la sua leadership ed i suoi ideali.

Un piccolo gruppo dei manifestanti scandendo slogan contro la leadership iraniana e gridando ”No a Gaza, No a Libano” si opposero alla causa palestinese ed all’asse di Resistenza.

Infatti questi slogan dimostravano che lo scopo delle rivolte e dei loro sostenitori era qualcosa al di là della frode elettorale, anzì essi avevano preso di mira il Sistema della Repubblica islamica ed i suoi valori e ideali.

I ribelli, sostenuti dall’Occidente, Cominciaro a distruggere i beni pubblici e crearono caos e panico in diverse città dell’Iran e in particolare a Teheran.

Gli atti offensivi compiuti da parte dei cosidetti sostentori della falsa tesi di frode elettorale, raggiungunsero al loro culmine durante il mese di Muharram e le celebrazioni di Ashura, anniversario del martirio dell’Imam Hussain(as), terzo imam sciita, i quali ferirono profondamente il cuore degli iraniani.

Alcuni dei rivoltosi ed ipocriti interni diedero fuoco alle moschee e turbarono le cerimonie di lutto per commemorare l’Ashura.

Questo oltraggio rivelò il vero volto dei sedizionisti. Quindi il popolo iraniano non ritenne più opportuno tacere e si schierò contro la fitna(tentazioni) dei nemici. Così il nono giorno del mese di Dey, (decimo mese del calendario persiano) che coincide con il 30 dicembre 2009 milioni degli iraniani scesero in strada in tutto il paese a sostegno della Repubblica islamica dell’Iran e della sua leadership, le manifestazioni che misero fine ai disordini post-elettorali e a mesi di violenze a seguito delle elezioni presidenziali in Iran.