Il Ministero dei diritti umani dello Yemen ha condannato fermamente le atrocità saudite contro i civili yemeniti e i migranti africani nelle regioni di confine, invitando le organizzazioni internazionali per i diritti a porre fine al genocidio saudita. Il ministero ha dichiarato in una dichiarazione di domenica di essere "scioccato" dal silenzio della comunità internazionale e degli organismi internazionali guidati dalle Nazioni Unite di fronte ai crimini commessi dal regno. “Ricordiamo al mondo, con tutti i suoi organismi umanitari, che le vittime degli attacchi sauditi, dall'inizio dell'armistizio, sono arrivate a 2.258, di cui 285 martiri nelle direzioni di confine di Sa'ada, e il bilancio delle vittime è ancora in aumento ”, si legge nella dichiarazione, diffusa dalla rete televisiva yemenita al-Masirah.
Dal marzo 2015, lo Yemen - dove una ribellione aveva posto fine al dispotico regime del burattino di Riyadh, Mansur Hadi -, è vittima di una brutale aggressione militare condotta dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, strategicamente sostenuta dagli Stati Uniti.
I raid aerei sauditi hanno distrutto gran parte delle infrastrutture del Paese, ed è difficile per i gruppi umanitari fornire aiuti. L'aggressione ha fatto precipitare lo Yemen in quella che le Nazioni Unite considerano la peggiore crisi umanitaria del mondo. Ma oltre le dichiarazioni di facciata, resta la vile complicità dell’ONU.
La guerra ha provocato una delle più gravi crisi umanitarie del mondo, come hanno dichiarato le Nazioni Unite e l’Unicef nei ripetuti appelli che l’hanno accompagnata, puntualmente ignorati dai media internazionali perché le bombe che cadevano sui civili non erano russe, ma americane.
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