Con buona parte dei voti conteggiati delle elezioni generali del Pakistan - di 221 collegi uninominali dell'Assemblea nazionale, la camera bassa del Paese -, la Commissione elettorale ha dichiarato che nessuna forza politica dispone di una chiara maggioranza nonostante i due principali sfidanti dichiarino vittoria.
Da un lato c'è Imran Khan - oggi in prigione -, secondo cui gli indipendenti hanno ottenuto più preferenze. Dall’altro il 74enne Nawaz Sharif, per il quale il proprio partito ha il maggior numero di voti e invita altri a formare una coalizione. Per l’esercito il voto è stato un “successo”. Secondo gli ultimi calcoli, la Lega musulmana pakistana-Nawaz (PML-N), sarebbe riuscita a assicurarsi 71 dei 265 seggi parlamentari, il che significa che ha ottenuto il maggior numero di seggi da un singolo partito in Le elezioni di giovedì. Tutto ciò mentre non sono pochi gli osservatori che ritengono che l’esito delle elezioni in Pakistan non riuscirà a porre fine all’instabilità politica che dura da quasi due anni. Nessuno dei partiti è infatti riuscito ad ottenere la maggioranza semplice in parlamento. Il Pakistan si sta riprendendo da una grave crisi finanziaria, da un’inflazione elevata, dalla disoccupazione e da catastrofi ambientali, con molti pakistani che lottano per far quadrare i conti e sono disillusi dai leader politici.
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