L’appello ‘Stop al genocidio’ del cantautore milanese sempre dal teatro Ariston è diventato subito un caso.
Il giorno dopo la fine del Festival di Sanremo 2024 l'ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar ha attaccato la kermesse per quello che il rappresentante di Tel Aviv a Roma ha definito la "diffusione di odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile" dal palco. "Continua la politica del terrore". Non si è fatta attendere la risposta di Ghali: "È da quando ho 13-14 anni che parlo di quello che sta succedendo nelle mie canzoni. Il fatto che l'ambasciatore parli così non va bene, continua la politica del terrore, la gente ha paura di dire 'stop alla guerra', 'stop al genocidio', stiamo vivendo un momento in cui le persone sentono che vanno a perdere qualcosa se dicono 'viva la pace'. Ci sono dei bambini di mezzo. Io ero un bambino che sognava e sabato sono arrivato quarto a Sanremo. Tra i bambini che stanno morendo in questo momento, chissà quante star, quanti dottori, quanti insegnanti e quanti geni ci sono. Perché?", ha aggiunto Ghali a "Domenica In-Speciale Sanremo". Non sono state poche le prese di posizione contro Ghali da parte dei personaggi e media filo israeliani in Italia. Di fronte a tutto questo è intervenuta l'Associazione Palestinesi d'Italia che ha ringraziato il cantante italiano. "Grazie a Ghali per le sue parole pronunciate sul palco di Sanremo in solidarietà con la Palestina organizzato davanti alla stazione Centrale. "Applaudiamo Ghali per la sua posizione a favore dei palestinesi - ha detto dal palco il presidente dell'Associazione Palestinesi d'Italia Mohammad Hannoun - e per le sue parole chiare contro lo sterminio". Nei vari interventi è stato sottolineato il contenuto del brano portato in gara da Ghali, "Casa mia", che è poi risuonato nel piazzale, affollato da centinaia di persone.