AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : Parstoday
domenica

3 marzo 2024

19:12:26
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Se Dio è misericordioso perché esiste l'inferno? Risponde Ayatollah Javadi Amoli

Il mondo è stato creato in base alla misericordia divina. Ogni volta che Dio vuole punire una persona o un gruppo, Egli pianifica quella punizione in anticipo.

Anche qui abbiamo a che fare con la Sua misericordia. L'Ayatollah Javadi Amoli, grande commentatore del Corano, si riferisce alla Sura al-Baqarah, i versetti 178-179, che recitano: "O voi che avete prestato fede, riguardo agli uccisi vi è stato prescritto il qisaas {vendetta del sangue}: libero per libero, schiavo per schiavo, donna per donna. E a chi sarà perdonato qualcosa {di questo diritto} dal proprio fratello di fede, {è prescritto di} seguire allora la virtú e pagare generosamente {la di´ah – il prezzo del sangue}. Questa è una facilitazione, una grazia {concessavi} dal vostro Signore. Ebbene, chi, dopo tutto questo, trasgredirà {la legge di Allah}, avrà un doloroso castigo. Nel qisaas c’è vita per voi, o gente dotata di {sano} intelletto, a che forse diventiate timorati {di Allah}".

Da questo versetto in poi il sacro Corano espone e completa una serie di precetti islamici. La prima questione trattata è quella del rispetto dovuto alla vita delle persone innocenti, problema di straordinaria e vitale importanza. Il versetto in esame proclama l’illiceità di tutti gli ingiusti e crudeli metodi di vendetta praticati nell’era preislamica:

“O voi che avete prestato fede, riguardo agli uccisi vi è stato prescritto il qisaas {vendetta del sangue}…”

Come abbiamo già detto in precedenza, questi versetti corressero le deviazioni esistenti nell’epoca preislamica a proposito degli omicidi. L’uso del termine “qisaas” da parte del sacro Corano dimostra che i parenti dell’ucciso hanno il diritto di infliggere al colpevole lo stesso danno che egli ha arrecato alla vittima. Il versetto in esame ricorda anche la questione della parità tra l’ucciso e l’uccisore: “…libero per libero, schiavo per schiavo, donna per donna…”. A Dio piacendo, spiegheremo che sotto certe condizioni è possibile applicare il qisaas anche nel caso che la vittima sia una donna e l’assassino sia un uomo.

Poi, affinché sia ben chiaro che il qisaas è un diritto dei parenti della vittima, e non si tratta di un obbligo, non è cioè obbligatorio uccidere l’assassino, il sacro Verbo di Allah aggiunge:

“…E a chi sarà perdonato qualcosa {di questo diritto} dal proprio fratello di fede, {è prescritto, ai parenti della vittima, di} seguire allora la virtú e {all’assassino di} pagare generosamente {la di´ah – il prezzo del sangue}…”.

Si noti come, in caso di perdono, il nobile Corano raccomanda, ai parenti dell’ucciso, equità e bontà nel prendere la diyah, e, all’uccisore, impegno, diligenza e generosità nel pagare la somma dovuta alla famiglia della vittima.

Il primo dei due versetti in esame, si conclude con un monito alle due parti:

“…Questa è una facilitazione, una grazia {concessavi} dal vostro Signore. Ebbene, chi, dopo tutto questo, trasgredirà {la legge di Allah}, avrà un doloroso castigo”

Il qisaas e il perdono dell’assassino, sono precetti perfettamente equi, logici e umani, e non hanno niente a che vedere né con le empie, violente e crudeli norme degli Arabi dell’era preislamica, nelle quali non v’era la minima traccia di giustizia e umanità (in base a tali norme, come abbiamo già detto, era lecito sterminare centinaia di persone innocenti, intere tribú, per vendicare la vita di una sola persona), né con le ingiuste leggi che vietano rigorosamente l’uccisione di un assassino, incoraggiando in tal modo corrotti e criminali all’omicidio.

Il secondo versetto in esame, in modo conciso ed efficace, risponde a molte delle domande inerenti al qisaas:

“Nel qisaas c’è vita per voi, o gente dotata di {sano} intelletto, a che forse diventiate timorati {di Allah}”

È altresì vero che il qisaas è vita anche per i criminali, poiché li inibisce dal commettere crimini e uccidere la gente innocente. Questo divino precetto sbarra inoltre la strada a coloro che per vendicare la vita di una o piú persone commettono vere e proprie stragi, uccidendo un numero di persone maggiore a quello delle vittime. Anche sotto questo aspetto il qisaas è vita.

Considerando che questa pena viene comminata solo nel caso in cui i parenti della vittima non perdonino l’assassino, essa è, anche sotto questo aspetto, vita e speranza per gli esseri umani. La frase “…a che forse diventiate timorati {di Allah}”, che è un ammonimento ad astenersi da ogni forma di peccato e trasgressione, completa questo saggio precetto islamico.

L’Islam che tratta ogni problema con assoluto realismo ed estrema attenzione, a proposito del problema dell’uccisione della gente innocente, propone all’umanità la migliore soluzione, la via perfetta per fare giustizia. Non propone certamente la soluzione giudea, che s’appoggia unicamente sul taglione né quella cristiana che prescrive solo il perdono, poiché la seconda via dà coraggio ai criminali di trasgredire e spargere altro sangue, mentre la prima rende gli uomini violenti, crudeli e vendicativi, e non lascia alcuno spazio al perdono e alla compassione, e, nel caso in cui l’ucciso e l’assassino siano legati da un rapporto di parentela o di amicizia, obbligare i parenti al taglione significa, in molti casi, imporre loro un’ulteriore sofferenza.