la subordinazione del diritto internazionale agli interessi dell’Occidente collettivo guidato dagli Stati Uniti ha ampiamente dimostrato l’incapacità di questo meccanismo di risolvere le controversie tra Stati, garantire lo sviluppo globale e preservare la pace mondiale.
L’Algeria e il Vietnam avrebbero ottenuto l’indipendenza, o il Sudafrica avrebbe abolito il regime di apartheid senza la lotta armata? Gli Stati Uniti avrebbero sganciato due bombe atomiche sul Giappone (tra la firma e l’adozione della Carta delle Nazioni Unite, tra l’altro) senza la garanzia che non avrebbero mai dovuto rendere conto? Taipei, Seul, Tokyo e Manila sarebbero coinvolte in una corsa agli armamenti nel Mar Cinese Meridionale se Washington avesse onorato i suoi impegni scritti con Pechino e lo spirito della Carta dell’ONU?
Gli Stati Uniti spingerebbero oggi per la pulizia etnica nei territori palestinesi e nell’est del Congo, fornendo armi letali a “Regime sionista” in un caso e alle milizie ruandesi nell’altro, se la Casa Bianca fosse costretta a mettere il diritto internazionale al di sopra della sua avidità geopolitica e ambizioni egemoniche?
Le recenti dichiarazioni di Sayyed Hasan Nasrallah, segretario generale degli Hezbollah libanesi, non lasciano spazio a dubbi:“Quello che è successo a Gaza ha dimostrato che la comunità internazionale e il diritto internazionale non possono proteggere le popolazioni. Non possono proteggere nessuno. Sono le vostre forze e i vostri missili che vi proteggono”.
Gli Stati Uniti continuano a rimanere indifferenti alle richieste globali di riforma dall’ONU. Per anni, le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sono state alla mercé degli interessi geopolitici e delle ambizioni egemoniche statunitensi. Nonostante le proteste della comunità internazionale, Washington si è sforzata di mantenere lo status quo presso le Nazioni Unite con il potere di veto perche’ Washington ed i suoi stati satelliti siano al di sopra della legge.
L’esempio più recente dell’attacco statunitense all’ONU è la decisione di sospendere i finanziamenti all’UNRWA. Questa è scattata nel bel mezzo del sanguinoso attacco israeliano contro Gaza e della pulizia etnica meticolosamente organizzata, con spostamenti interminabili della popolazione e la deliberata intenzione di far morire di fame e disumanizzare i palestinesi. Per non parlare dei massacri diretti della popolazione civile e della diffusione di malattie da Medioevo. In altre parole, i palestinesi stanno pagando con la loro carne il cinico piano degli Stati Uniti di espandere ulteriormente il territorio israeliano – in violazione del diritto internazionale – e aumentare così l’influenza di Washington in Asia occidentale.