AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : Parstoday
martedì

28 maggio 2024

17:07:04
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L'allarme del presidente del Cesi: L’Italia entrerà in guerra ma non è pronta

L’Italia rischia di affrontare un conflitto senza avere un livello di difesa accettabile

Roma- L'Italia fa parte della Nato e secondo il Patto Atlantico, trattato fondatore della Nato nel 1949, esiste il cosiddetto "sistema di difesa collettiva", sancito nell’art.5,  secondo il quale in caso di attacco ad uno Stato membro l’Italia e gli altri Paesi membri sono obbligati ad intervenire in sua difesa.

Entreremo in guerra, è solo questione di tempo. L’Italia rischia di affrontare un conflitto senza avere un livello di difesa accettabile dal punto di vista di armamenti, formazione e militari. «Servono più uomini, almeno 15 mila militari in più, e maggiori investimenti portando le spese della difesa al 2% del pil, come ci ha chiesto la Nato. Ci stiamo dirigendo verso una guerra; sarà inevitabile nel giro di pochi anni». Ne è convinto Andrea Margelletti, presidente del Cesi, centro studi internazionali d'Italia.

Margelletti sottolinea che uno scontro militare in Europa «è altamente probabile, visto che la Russia non solo continua ad avanzare in Ucraina ma spinge sull’acceleratore verso la totale conquista del Paese. Nel momento in cui il fronte ucraino dovesse arretrare eccessivamente, non ci saranno alternative: una serie di Paesi europei scenderanno in campo al fianco dell'Ucraina».

Ma se l'Italia entrasse in guerra chi sarebbe richiamato alle armi? Solo le forze militari o anche i normali cittadini? In caso di chiamata alle armi, l'art.52 della Costituzione stabilisce che rifiutarsi costituisce reato.

Se dovesse configurarsi un conflitto e l’entrata ufficiale in guerra dell'Italia i primi ad essere coinvolti sarebbero le forze armate ufficiali: Esercito, Marina Militare, Carabinieri, Guardia di finanza, Aeronautica militare. Ad essere esclusi sono invece le forze di polizia ad ordinamento civile, come i Vigili del Fuoco, la Polizia Locale e la Polizia penitenziaria. In secondo luogo, sarebbero chiamati alle armi gli ex militari che hanno raggiunto il proprio termine di servizio da meno di 5 anni. Ma, se il personale militare volontario non dovesse essere in numero sufficiente si potrebbe allora ricorrere all’arruolamento dei civili, e in caso di chiamata alle armi non è possibile sottrarsi alla chiamata, a meno che non ci siano gravi problemi di salute, da verificare tramite le visite mediche specifiche.

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