AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : IQNA
lunedì

23 dicembre 2019

05:09:23
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Xinjiang: continuano polemiche per dichiarazioni di Özil in difesa dei musulmani uiguri

La stella del calcio dell'Arsenal aveva espresso la propria condanna circa le persecuzioni del governo cinese contro la popolazione musulmana dello Xinjiang

(ABNA24.com) La stella del calcio dell'Arsenal aveva espresso la propria condanna circa le persecuzioni del governo cinese contro la popolazione musulmana dello Xinjiang

Non si placano le polemiche a circa una settimana dalle dichiarazioni di Mesut Ozil sulla situazione della popolazione musulmana dello Xinjiang cinese.

I media internazionali, in particolare quelli cinesi e tedeschi, dibattono sulle affermazioni del giocatore turco-tedesco, schierandosi in parte anche su posizioni opposte.

Mentre da un lato gran parte dell'opinione pubblica musulmana ed internazionale si è schierata con la stella dell'Arsenal, i media cinesi hanno fortemente attaccato Ozil accusandolo di parlare senza cognizione di causa.

Il governo di Pechino dal canto suo si è affrettato a prendere provvedimenti in merito alle dichiarazioni del giocatore, mettendo in discussione anche i diritti tv della squadra dell'Arsenal. La catena televisiva nazionale CCTV ha infatti fatto sapere che sta prendendo in considerazione la possibilità di cancellare le dirette televisive della sqadra di Ozil dal proprio palinsesto.

Le polemiche sono iniziate quando la stella del calcio dell'Arsenal aveva pubblicato alcuni giorni fa un tweet chiedendo: "Dove sono i musulmani?"

Nel tweet, il giocatore tedesco di origine turca, ha espresso rammarico per la mancanza di indignazione nel mondo musulmano nei confronti dell'oppressione contro la minoranza uigura cinese residente nella regione del Turkestan orientale, portata avanti da parte del governo di Pechino.

Ozil ha continuato deplorando la mancanza di unità tra la Ummah islamica circa la situazione degli uiguri sottoposti secondo lui a persecuzione e tortura quotidiana.

Il giocatore si è chiesto del perché i media occidentali sembrino essere più preoccupati di ciò che sta accadendo nel Turkestan orientale rispetto ai mezzi di informazione dei paesi islamici, che in gran parte hanno scelto di tacere sull'argomento.

Özil ha quindi citato le parole dell'Imam Ali (Che la pace sia su di lui), dicendo che se non possiamo porre fine all'ingiustizia almeno dobbiamo parlarne.

Nel post la star ha anche chiesto una maggiore unità tra i musulmani nell'opporsi alla politica di assimilazione della Cina e ai cosiddetti "campi di rieducazione" per gli uiguri.

Secondo studi delle Nazioni Unite, ben un milione di persone, ovvero circa il 7% della popolazione musulmana dello Xinjiang (Turkestan orientale), sono stati imprigionati in una vasta rete di campi di "rieducazione politica". Pechino afferma che i suoi campi nello Xinjiang sono "centri di formazione professionale".

Lo scorso settembre, Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto accusando Pechino di una "campagna sistematica di violazioni dei diritti umani" contro i musulmani uiguri nello Xinjiang.

Molti si riferiscono alla regione autonoma uigura dello Xinjiang in Cina - sede di molte minoranze etniche, incluso il popolo turco uiguro - come Turkestan orientale.
 
Gli uiguri, un gruppo etnico turcofono che rappresenta il 45% della popolazione dello Xinjiang, accusano la Cina di attuare politiche repressive che limitano le loro attività religiose, commerciali e culturali.



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Xinjiang: continuano polemiche per dichiarazioni di Özil in difesa dei musulmani uiguri
La stella del calcio dell'Arsenal aveva espresso la propria condanna circa le persecuzioni del governo cinese contro la popolazione musulmana dello Xinjiang

Non si placano le polemiche a circa una settimana dalle dichiarazioni di Mesut Ozil sulla situazione della popolazione musulmana dello Xinjiang cinese.

I media internazionali, in particolare quelli cinesi e tedeschi, dibattono sulle affermazioni del giocatore turco-tedesco, schierandosi in parte anche su posizioni opposte.

Mentre da un lato gran parte dell'opinione pubblica musulmana ed internazionale si è schierata con la stella dell'Arsenal, i media cinesi hanno fortemente attaccato Ozil accusandolo di parlare senza cognizione di causa.

Il governo di Pechino dal canto suo si è affrettato a prendere provvedimenti in merito alle dichiarazioni del giocatore, mettendo in discussione anche i diritti tv della squadra dell'Arsenal. La catena televisiva nazionale CCTV ha infatti fatto sapere che sta prendendo in considerazione la possibilità di cancellare le dirette televisive della sqadra di Ozil dal proprio palinsesto.

Le polemiche sono iniziate quando la stella del calcio dell'Arsenal aveva pubblicato alcuni giorni fa un tweet chiedendo: "Dove sono i musulmani?"

Nel tweet, il giocatore tedesco di origine turca, ha espresso rammarico per la mancanza di indignazione nel mondo musulmano nei confronti dell'oppressione contro la minoranza uigura cinese residente nella regione del Turkestan orientale, portata avanti da parte del governo di Pechino.

Ozil ha continuato deplorando la mancanza di unità tra la Ummah islamica circa la situazione degli uiguri sottoposti secondo lui a persecuzione e tortura quotidiana.

Il giocatore si è chiesto del perché i media occidentali sembrino essere più preoccupati di ciò che sta accadendo nel Turkestan orientale rispetto ai mezzi di informazione dei paesi islamici, che in gran parte hanno scelto di tacere sull'argomento.

Özil ha quindi citato le parole dell'Imam Ali (Che la pace sia su di lui), dicendo che se non possiamo porre fine all'ingiustizia almeno dobbiamo parlarne.

Nel post la star ha anche chiesto una maggiore unità tra i musulmani nell'opporsi alla politica di assimilazione della Cina e ai cosiddetti "campi di rieducazione" per gli uiguri.

Secondo studi delle Nazioni Unite, ben un milione di persone, ovvero circa il 7% della popolazione musulmana dello Xinjiang (Turkestan orientale), sono stati imprigionati in una vasta rete di campi di "rieducazione politica". Pechino afferma che i suoi campi nello Xinjiang sono "centri di formazione professionale".

Lo scorso settembre, Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto accusando Pechino di una "campagna sistematica di violazioni dei diritti umani" contro i musulmani uiguri nello Xinjiang.

Molti si riferiscono alla regione autonoma uigura dello Xinjiang in Cina - sede di molte minoranze etniche, incluso il popolo turco uiguro - come Turkestan orientale.
 
Gli uiguri, un gruppo etnico turcofono che rappresenta il 45% della popolazione dello Xinjiang, accusano la Cina di attuare politiche repressive che limitano le loro attività religiose, commerciali e culturali.