AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : IQNA
domenica

15 dicembre 2019

06:02:19
993880

Hanna: i cristiani devono difendere la Palestina

L’arcivescovo palestinese della Chiesa greco ortodossa di Gerusalemme, Atallah Hanna, ha apertamente denunciato l’occupazione israeliana e ha sottolineato il proprio sostegno alla causa ed al popolo palestinese, esortando i cristiani di tutto il mondo a fare lo stesso

(ABNA24.com) L’arcivescovo palestinese della Chiesa greco ortodossa di Gerusalemme, Atallah Hanna, ha apertamente denunciato l’occupazione israeliana e ha sottolineato il proprio sostegno alla causa ed al popolo palestinese, esortando i cristiani di tutto il mondo a fare lo stesso

“Resteremo a Gerusalemme a difendere i nostri siti e beni religiosi. Rifiutiamo le politiche di occupazione. Non ci arrenderemo”.

L’arcivescovo palestinese della Chiesa greco ortodossa di Gerusalemme, Atallah Hanna, ha apertamente denunciato l’occupazione israeliana e ha sottolineato il proprio sostegno alla causa ed al popolo palestinese, esortando i cristiani di tutto il mondo a fare lo stesso.

In un’intervista esclusiva a MEMO durante la “I Conferenza globale sull’apartheid israeliano”, svoltasi a Istanbul la settimana scorsa, Hanna ha dichiarato: “Gerusalemme è la città delle tre religioni abramitiche, ma cristiani e musulmani palestinesi che vivono a Gerusalemme subiscono occupazione, repressione, tirannia e oppressione”.

Ha enfatizzato l’aumento delle politiche che impongono l’apartheid nella Città Santa e nel resto della Palestina: “L’occupazione a Gerusalemme ci sta trattando come se fossimo ospiti e stranieri nella nostra stessa città. Questa è la concretizzazione delle politiche di apartheid e delle pratiche contro il nostro popolo a Gerusalemme, nello specifico e più in generale in Palestina”.

Hanna ha dichiarato con fermezza che il sistema di apartheid imposto dal governo israeliano, il quale separa i palestinesi dagli ebrei israeliani e li tratta come cittadini di seconda classe che non godono di equi diritti, come l’accesso a determinate zone della città, lavori, mezzi di sostentamento e risorse, “non basterà ad allontanare  i cristiani dalla città e a fermarli nella difesa della causa e giustizia palestinese”.

Ha aggiunto: “Resteremo a Gerusalemme a difendere i nostri siti e beni religiosi. Rifiutiamo le politiche di occupazione. Non ci arrenderemo. Il nostro motto sarà sempre: dignità e libertà per il popolo palestinese. I nostri siti religiosi rimarranno nostri. Gerusalemme rimarrà nostra”.

Si è anche soffermato sul sostegno ad Israele da parte degli Stati Uniti e sul fatto che lo stato ebraico non sia reso responsabile per le violazioni dei diritti umani e della legge internazionale: “Rifiutiamo l’iniqua decisione da parte degli USA di sostenere le politiche israeliane e l’occupazione di Gerusalemme”.

L’arcivescovo Hanna ha anche espresso un messaggio per i cristiani di tutto il mondo, ricordando loro che “fra pochi giorni, i cristiani celebreranno il Natale. Le strade e le piazze delle città saranno decorate con luci, addobbi ed alberi natalizi in Europa e nel resto del mondo. Vorrei ricordare ai cristiani che non ha senso celebrare il Natale se non si presta attenzione a quello che sta succedendo in Palestina, terra di Cristo e dove la Cristianità ha avuto origine e diffuso il suo messaggio. La Grotta della Natività è a Betlemme. La vera luce del Natale è stata emanata da Betlemme”.

Hanna ha sottolineato che le radici cristiane a Gerusalemme e nella terra di Palestina significano che l’oppressione nella terra in cui Gesù è nato deve essere contrastata e combattuta, piuttosto che schierarsi dalla parte filo-israeliana e sionista alla quale numerosi cristiani in Occidente sembrano essere associati.

La continua occupazione israeliana e il sistema di apartheid che impone Israele ha spinto l’arcivescovo ad “esortare tutte le chiese del mondo, ad Oriente e Occidente a difendere tempestivamente la Palestina, i bambini di Palestina e la causa palestinese. Che il nostro messaggio per questo Natale sia liberare la Palestina e il popolo di Palestina”.


/129