Oggi la città di Napoli è in prima linea nel sostenere il popolo palestinese e mostra solidarietà ai movimenti antisionisti e anti-apartheid. Secondo Pars Today, che cita Counterpunch, sin dalla storica rivolta di "Massanello" del 1647, che portò alla formazione di una repubblica democratica provvisoria, la città di Napoli, in Italia, ha avuto uno spirito amante della libertà.
Napoli ha da sempre un legame simbolico con la Palestina. Da decenni la città ha un programma di gemellaggio con Nablus (città palestinese con radici comuni nella storia romana). Negli ultimi mesi la città è stata al centro di numerose manifestazioni, concerti (come "Life for Gaza"), mostre d'arte e raduni politici a sostegno di Gaza.
Simbolo di questo legame nella città di Napoli è il ristorante "Taverna di Santa Chiara", che sostiene apertamente il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele). Il ristorante è noto come "spazio sicuro contro l'apartheid israeliano", ma di recente è stato bersaglio di attacchi sionisti.
Attacco dei sionisti al ristorante e reazione della comunità napoletana
Il 3 maggio 2024, dopo aver cenato al ristorante, una coppia di turisti israeliani ha aggredito verbalmente il personale, difendendo i crimini di Israele a Gaza e accusando la proprietaria del ristorante, Nives Monda, di "sostenere il terrorismo". La coppia ha filmato i clienti senza permesso e ha pubblicato un video distorto sui social media, scatenando un'ondata di minacce razziste, tra cui minacce di vandalismo del ristorante e violenza fisica.
Invece di sostenere il ristorante, la comunità ebraica locale e le autorità cittadine di Napoli hanno assunto una posizione debole, scusandosi con la coppia israeliana, ma i napoletani non sono rimasti in silenzio.
Il 6 maggio migliaia di persone si sono radunate davanti al Municipio di Napoli per chiedere la cessazione della collaborazione con le istituzioni sioniste.
È stata inoltre lanciata una campagna popolare con lo slogan "I sionisti sono benvenuti a Napoli" (#Zionists_are_not_welcomed).
Nel frattempo, in tutta la città sono stati distribuiti più di 5.000 adesivi antisionisti. La campagna "100% per Gaza" ha inoltre raccolto 100.000 euro in 100 ore per aiutare la popolazione di Gaza.
Le politiche di propaganda di Israele e la Resistenza globale
Israele spende 157 milioni di dollari all'anno in hasbara (propaganda sionista) per dipingere come "antisemita" qualsiasi critica alle sue politiche, e lo fa impiegando migliaia di dipendenti stipendiati la cui unica missione è normalizzare il genocidio e la pulizia etnica.
Ma a Napoli la gente ha dimostrato che la macchina della propaganda sionista può essere sconfitta.
Le azioni di Napoli hanno già ispirato altre parti del mondo, come le Maldive che di recente hanno vietato l'ingresso ai cittadini israeliani. Il messaggio da Napoli è chiaro:
-Resistenza contro il razzismo sionista
- Sostenere il popolo palestinese fino alla completa libertà
-Smascherare la propaganda israeliana
Napoli, con la sua gloriosa storia di lotta, è ancora oggi un rifugio per coloro che cercano giustizia, a dimostrazione del fatto che la gente comune può tenere testa alle potenze globali.
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