AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : Parstoday
venerdì

2 giugno 2023

20:51:16
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L'Imam Khomeini, la fusione dello gnosticismo e la politica - 1

Si narra che ogni qual volta impartiva una lezione di etica a Qom, nel 1930, l’Imam Khomeyni terminasse sempre con la seguente frase estratta ...

dal Munajat Sha’banyyah, una supplica unica che veniva recitata dai dodici Imam (A):“O Dio! Concedimi totale distacco da tutto quello che non sei Tu e avvicinami a Te; illumina la visione dei nostri cuori con la luce che sorge nel guardarTi, affinché possiamo attraversare i veli di luce e raggiungere la Fonte della Magnificenza, e i nostri spiriti siano elevati con lo splendore della Tua Santità.”

L’Imam Khomeyni prestò sempre grande importanza allo studio e alla recitazione delle invocazioni degli Imam dell’Ahl ul-Bayt (A) come mezzo per raggiungere l’intuizione spirituale così come preghiera al Creatore, ma quest’invocazione tratta dal “Munajat Sha’banyyah” sembra esser stata particolarmente vicina al suo cuore.

Essa, infatti, appare nei testi e nei discorsi appartenenti alle differenti fasi della sua vita: nel commento ad un hadīth dell’Imam Ja’far as-Sadiq (A) riguardante “l’incontro con Allah” (liqa’ul-Lah), contenuto in Sharh-e Chehel Hadīth” (La spiegazione di quaranta Ahādīth), un’opera terminata nel 1939; in una delle sue opere concernenti le dimensioni interiori della Preghiera, “Miraj as-Salikin”, completata nello stesso anno; nel “Jihadul Akbar ya Mubarez-e be Nafs” (1), una lezione sulla purificazione etica tenuta a Najaf nel 1972; nel discorso sull’esegesi della “Surat al-Fatiha” (2) che venne teletrasmesso nel Dicembre del 1979 e nel Gennaio del 1980; ed in “Rah-e ‘Eshq”, una lettera scritta dall’Imam a sua nuora, Fatima Tabataba’i, nel 1983.

L’aspirazione ad “attraversare i veli di luce e raggiungere la Fonte della Magnificenza” può, pertanto, esser considerata come un elemento costante nella devota vita dell’Imam, e soltanto tenendola costantemente in considerazione, può esser compresa correttamente la totalità dei suoi sforzi e successi, incluso quello politico.

Fu con uno sguardo fisso sulla “Fonte della Magnificenza”, un tipo di visione completamente differente da quello di un comune leader politico, che l’Imam guidò un vasto movimento rivoluzionario alla vittoria.

L’integrità e completezza della personalità dell’Imam Khomeyni e la sua visione dell’Islam sono tali che le distinzioni analitiche tra le varie dimensioni risultano in qualche modo artificiali, riflettendo soltanto uno sforzo per comprendere l’Imam piuttosto che la sua realtà.

E’ indubbiamente legittimo – o almeno inevitabile – parlare dell’aspetto gnostico (‘Irfānì) e politico della sua vita e delle sue attività, e accordare una certa preminenza al primo aspetto, non soltanto in termini cronologici ma anche di significato.

L’Imam è generalmente considerato, tanto dagli occidentali quanto dai musulmani, come niente più che un leader rivoluzionario poco comune, mentre tutti quelli che lo conoscevano intimamente, così come chi ebbe modo di incontrarlo brevemente, possono testimoniare che possedeva una visione che trascendeva la politica, ed allo stesso tempo la dominava e l’abbracciava. E’ precisamente questa fusione del politico nello gnostico l’aspetto forse più distintivo della persona dell’Imam.

Quanto alla preminenza cronologica della gnosi (‘Irfan) nella vita dell’Imam, questa è ampiamente dimostrata dalla storia dei suoi primi anni a Qom. Il suo obiettivo immediato nel recarvisi nel 1920 era senza dubbio quello di studiare con Shaykh ‘Abd al-Karim Ha’iri, una delle principali autorità in giurisprudenza dell’epoca, ed egli si distinse in quest’area essenziale dell’apprendimento islamico molto prima di emergere come Marja’ at-Taqlid (3), agli inizi degli anni ‘60.

Ma a Qom egli sviluppò rapidamente un interesse nell’‘Irfān e nelle discipline affini, cosa che lo mise in disparte da molti dei suoi contemporanei, ed era, di fatto, generalmente vista con sospetto e perfino ostilità; molti anni dopo ebbe occasione di rimarcare: “E’ spiacevole che alcuni degli ‘Ulamà debbano nutrire tali sospetti e privarsi dei benefici che si ottengono dallo studio dell’‘Irfān”.

La sua prima guida nella ricerca dell’‘Irfān fu Mirza ‘Ali Akbar Yazdi (morto nel 1926), un discepolo di Husayn Sabzavari, che a sua volta aveva studiato presso Mulla Hadi Sabzavari (scomparso nel 1872), l’autore di “Shahr Mandzumah”, uno dei testi fondamentali dell’’Irfān; in questa maniera l’Imam divenne iniziato ad una delle linee principali dell’insegnamento e della trasmissione della gnosi sciita.

Un’altra sua guida agli inizi fu Mirza Aga Jawad Maliki Tabrizi (scomparso nel 1924), che aveva insegnato a Qom dal 1911. Egli teneva due lezioni di filosofia ed etica, una pubblica nella Madrasa Faiziyeh e una privata nella propria casa, alla quale assistevano un numero di studenti scelti e preparati, tra i quali l’Imam. L’Imam Khomeyni studiò inoltre con Sayyid Abu al-Hasan Rafi’i Qazvini (scomparso nel 1975), del quale, fra i pochi libri pubblicati, figura un commento del “Du’ā’ al-Sahar” (La supplica dell’Alba), la stessa profonda invocazione alla quale l’Imam dedicò il suo primo lavoro,“Shahr Du’ā’ al-Sahar” (“Commento alla supplica dell’Alba”) (4); è pertanto possibile che l’attenzione dell’Imam sia stata attratta inizialmente da questo testo di Qazvini. 

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