Gli Hezbollah libanesi in una dichiarazione del 23 ottobre, hanno confermato il martirio di Sayyed Hashem Safi al -Din, capo del consiglio esecutivo di Hezbollah, nell'attacco sionista al Libano. Secondo Pars Today, il presidente della Repubblica islamica dell'Iran, Masoud Pezeshkian, in un messaggio, riferendosi al coraggio del martire Sayyed Hashem Safi al -Din nel difendere i popoli oppressi della Palestina e del Libano e nel rafforzare il fronte della resistenza, ha affermato: "Indubbiamente , finché la crudeltà e il crimine non finiranno contro i popoli oppressi della Palestina e del Libano continuerà, la resistenza e il jihad contro gli aggressori sionisti e i loro sostenitori si rafforzeranno giorno dopo giorno.
Il presidente del parlamento iraniano, Mohammad Baqer Qalibaf, in un messaggio ha espresso le sue condoglianze per il martirio di Sayyed Hashem Safi al -Din, lo ha considerato un simbolo di unità, lotta e difesa della sacra santità dell'Islam e sostegno a Gaza, Palestina e Libano, e ha osservato: il regime usurpatore sionista, impotenti di fronte ai combattenti ed ai mujaheddin e incapaci di danneggiare la forte organizzazione del fronte della resistenza, sono ricorsi penalmente all’uccisione di massa di persone indifese e questa volta in un crimine feroce martirizzato Sayyed Hashem Safi al -Din.
Il capo della magistratura iraniana, Mohseni-Ejei, in un messaggio in occasione del martirio del capo del consiglio esecutivo di Hezbollah, ha dichiarato: Il regime sionista è sulla via della distruzione, e con il martirio dei leader e dei comandanti della resistenza, non ci sarà alcuna interruzione delle attività antisioniste di questo fronte.
Anche il ministro degli Esteri iraniano, Sayyed Abbas Araghchi ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime le sue condoglianze per il martirio di Sayyed Hashem Safi al -Din e annuncia: Senza dubbio, il martirio dei leader della resistenza non ha influito sulla determinazione, fede e volontà dei loro leader, gli zelanti guerrieri della resistenza e le libere nazioni musulmane della regione lottano contro l’occupazione, l’oppressione e l’aggressione del regime sionista.
342/
