In precedenza, Singapore aveva tentato di limitare ulteriormente le proteste universitarie, come le dimostrazioni a sostegno della popolazione di Gaza, approvando una legge. I gruppi pro-palestinesi di Singapore hanno definito la legge preoccupante, affermando che potrebbe essere utilizzata contro attivisti e combattenti per la libertà.
Secondo Pars Today, Mohammad Zulfiqar Rahmat, ricercatore sulle questioni dell'Asia occidentale e sostenitore della Palestina, ha criticato la politica del governo di Singapore nei confronti della Palestina in un articolo sul Middle East Monitor. Ha scritto: "Singapore sostiene ufficialmente la soluzione dei due stati, ma intrattiene stretti legami militari ed economici con Israele".
"Rahmat" ha sottolineato che questo Paese è uno dei maggiori acquirenti di armi israeliane e che il suo spazio pubblico è strettamente controllato. Secondo il ricercatore indonesiano, a Singapore qualsiasi critica esplicita a Israele o sostegno pubblico ai diritti dei palestinesi, anche per i ricercatori stranieri, può portare a interrogatori e restrizioni.
Singapore; repressione della libertà di parola sulla Palestina
L'autore dell'articolo, che ora insegna come professore universitario in Corea del Sud, dedica un'altra parte del suo articolo alla sua esperienza personale a Singapore riguardo alla repressione del sostegno alla Palestina:
"Nel 2023, mi è successa una cosa che non mi sarei mai aspettato in un paese come Singapore", ha scritto. "Sono stato fermato e interrogato non una, ma due volte all'aeroporto di Changi, solo per il reato di essere un ricercatore e giornalista che scrive di sviluppi in Asia occidentale, in particolare sulla questione palestinese. Durante il transito a Singapore, sono stato fermato da agenti di sicurezza singaporiani. Hanno controllato il mio passaporto e mi hanno portato in una stanza separata. Tre agenti, che si sono presentati come rappresentanti dell'Agenzia per la Sicurezza Nazionale di Singapore, mi hanno fatto lunghe domande sul mio passato in Asia occidentale, sui miei articoli e sulla mia attenzione alla questione palestinese. Hanno persino perquisito il mio cellulare".
"Dopo ore di interrogatori e risposte, sono stato rilasciato, ma con l'avvertimento di non scrivere nulla su questo incidente. Sette mesi dopo, nel settembre 2023, si è ripetuto lo stesso scenario". Ha dichiarato ancora Zulfiqar Rahmat. "Questa volta, durante un viaggio a Singapore, sono stato nuovamente interrogato. Sebbene più breve, l'interrogatorio si è concentrato sui miei scritti sulla Palestina".
Il silenzio di fronte ai crimini sionisti contro il popolo di Gaza equivale a complicità
"Evito i voli di transito a Singapore e rifiuto gli inviti accademici in questo Paese". Ha proseguito "Mohammad Zulfiqar Rahmat" sempre nel suo articolo. "Ma non ritengo ammissibile il silenzio di fronte a tali pressioni. Se Singapore vuole essere rispettata come centro internazionale, non può punire i cittadini del mondo per aver scritto sulla Palestina."
La Palestina non è un tabù
"La Palestina non è un tabù e scrivere di questo argomento non dovrebbe essere un reato". Ha sottolineato ancora il ricercatore e giornalista indonesiano mettendo in guardia dalle conseguenze più ampie che si potrebbero avere se si affrontassero e censurassero le voci dei difensori palestinesi in tutto il mondo, sottolineando che dobbiamo opporci con vigilanza a queste repressioni.
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