Uno studioso e qari iraniano ha sottolineato l'importanza di comprendere il testo del Corano prima di concentrarsi sulla melodia e sulle tecniche vocali nella recitazione.
Intervenendo a un seminario accademico intitolato "Recitazione del Corano: adorazione, conoscenza o arte?", organizzato dall'Associazione iraniana per gli studi coranici e la cultura islamica, Hamidreza Mostafid ha esortato i qari (recitatori del Corano) a dare priorità alla comprensione rispetto all'estetica.
"Non dobbiamo avvicinarci alla recitazione del Corano puramente come a un'esibizione artistica o vocale", ha affermato lo studioso, che nel corso della sua carriera ha preso parte a numerose competizioni coraniche sia in Iran che all'estero come membro di giuria.
"In Egitto nessun qari è privo della memorizzazione completa del Corano", ha affermato, aggiungendo che questo dovrebbe essere uno standard universale, eppure molti qari non seguono questo modello.
"La recitazione è una forma di adorazione, non semplicemente un'abilità da padroneggiare", ha osservato.
Mostafid ha sottolineato che in Egitto la recitazione coranica è considerata una disciplina accademica, profondamente radicata nella conoscenza e nella corretta applicazione.
"I qari egiziani come Mustafa Ismail e Abdul Basit non padroneggiavano solo la melodia, bensì erano esperti nelle scienze del tajweed e del qira'at. Alcuni dei nostri recitatori oggi si concentrano esclusivamente sulla musicalità senza una profonda comprensione di queste scienze, il che è preoccupante".
L'esperto ha inoltre criticato l'eccessiva enfasi sull'abbellimento vocale in alcune recitazioni coraniche. "La recitazione non dovrebbe riguardare l'intrattenimento musicale. Alcuni giovani recitatori oggi si concentrano su melodie intricate ma non hanno padronanza di tajweed, waqf e ibtida, oltre a non avere una pronuncia corretta".
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