Un noto studioso del Corano ha auspicato sessioni coraniche più brevi e accessibili, sottolineando la necessità di rendere l'approccio al testo sacro più facile per tutti
Intervenendo oggi all'inaugurazione di un festival coranico per studenti universitari, l'Hojjat-ol-Islam Mohsen Qara'ati ha sottolineato che le riunioni coraniche dovrebbero essere accoglienti e semplici per incoraggiare una più ampia partecipazione.
Lo studioso ha affermato che le sessioni coraniche dovrebbero evitare formalità o lunghezza inutili. "Una riunione coranica non dovrebbe durare più di 20 minuti e non dovrebbe comportare alcun costo", ha sottolineato. "Tutti dovrebbero poter leggere con la propria voce; non è necessario che il testo sia perfetto o recitato in modo professionale".
Qara'ati, autore dell'esegesi coranica Noor, ha ribadito la necessità di una connessione più profonda con il testo divino. "Non abbiamo ancora veramente conosciuto il Corano. Forse è troppo tardi e per questo chiediamo perdono a Dio. Ma siamo anche grati di aver almeno iniziato a muoverci nella giusta direzione".
Lo studioso ha poi ricordato gli schemi numerici presenti nel Corano. "La parola 'giorno' (yawm) compare 365 volte, pari al numero effettivo di giorni in un anno. La parola 'mese' (shahr) è menzionata 12 volte. Le parole 'mondo' (dunya) e 'aldilà' (akhira) sono ripetute ciascuna 115 volte", ha osservato.
Riguardo alla memorizzazione del Corano, Qara'ati ha consigliato cautela. Ha sottolineato che mentre alcune persone sono naturalmente dotate e riescono a memorizzare facilmente, altre potrebbero avere difficoltà. "C'è un principio nel Corano – 'qawlan maysura' – che significa parlare (o fare le cose) in modo agevole e gentile. Se memorizzare il Corano causa stress, dolore o amarezza eccessivi, allora è meglio non farlo in questo modo".
Qara'ati ha ricordato le istruzioni coraniche su come interagire con il Libro Sacro. "Il Corano incoraggia la lettura (‘faqra’oo’), la recitazione ritmata (‘warattilil Qur’ana tartilan’) e la riflessione profonda (‘yadabbaroon’)".
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