2 agosto 2025 - 17:59
Source: Parstoday
Accordo di pace o furto delle risorse del Congo? Uno sguardo alla nuova tattica degli USA in Africa

Un analista indiano ha rivelato che l'obiettivo degli USA di mediare per la firma di un accordo di "pace" tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda è quello di rubare le risorse minerarie del Congo.

Al centro del riallineamento strategico degli USA c'è l'Africa; un continente che in precedenza era ai margini della politica estera statunitense, ma che ora è diventato uno dei principali obiettivi della competizione globale per l'accesso a minerali vitali. Secondo Pars Today del 27 giugno, gli Stati Uniti sono diventati mediatori di pace tra il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo; una mossa che collega la stabilità regionale all'accesso americano al cobalto e al rame del Congo. A questo proposito, Nandita Lal, analista delle questioni climatiche, ha scritto sul sito web New Arab che l'accordo di "pace" mediato dagli Stati Uniti tra il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo non riguarda affatto la pace, ma piuttosto un furto aziendale delle risorse minerarie del Congo da parte di Washington.

L'autrice ritiene che dietro ogni promessa ecologica degli Stati Uniti si celi uno schema familiare: estrarre, sfruttare, distruggere.

L'analisi afferma: la Repubblica Democratica del Congo produce quasi il 70% del cobalto mondiale e gran parte del rame e del coltan, minerali vitali per ogni cosa, dalle auto elettriche ai sistemi d'arma avanzati. Eppure, questa immensa ricchezza mineraria non si è mai tradotta in sviluppo per il popolo congolese e i minatori del Paese continuano a lavorare in povertà.

Secondo l'autrice Lal, le equazioni coloniali rimangono forti come prima, solo che gli attori hanno nuovi nomi per lo sfruttamento, come "Glencore", "Tesla" e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti "Pentagono".

L'analisi ha poi citato come esempio la "Glencore", un'azienda presentata dal Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (CSIS) con sede negli Stati Uniti in relazione al Congo. Sempre secondo questa analista, la "Glencore" è una multinazionale attiva nel commercio e nell'estrazione di minerali ed energia che opera anche nella Repubblica Democratica del Congo ed è stata ripetutamente accusata di corruzione e violazioni dei diritti umani nel Paese.

"Lal" ha aggiunto che anche "Francesca Albanese", relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Palestina, in un suo recente rapporto ha menzionato l'azienda Glencore in quanto uno dei principali fornitori di carbone a Israele per la produzione di elettricità, il che significa lo sfruttamento per mano di coloro che violano i diritti umani.

Minerali del Congo: carburante per la macchina da guerra degli USA

L'analista del clima ha sottolineato che, mentre i commercianti occidentali di guerra bombardano palestinesi, yemeniti, somali, iracheni e siriani, il Pentagono li ricompensa con contratti da record. Il Sud del mondo muore affinché Wall Street possa esistere.

Secondo l'autrice dell'articolo, il controllo delle miniere del Congo non è un'opzione per l'America, ma una condizione per la sua sopravvivenza, e ogni drone, ogni arma di intelligenza artificiale, ogni catena di approvvigionamento tecnologico funziona estraendo risorse dal Sud del mondo.

Riferendosi al recente accordo di pace tra Ruanda e Congo, l'analista Nandita Lal ha infine osservato che questo “accordo di pace” non fa altro che riproporre il saccheggio imperialista e legalizza l’estrazione di risorse da parte di aziende occidentali sotto le mentite spoglie di “catene formali del valore minerario”.

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