28 luglio 2025 - 13:31
Source: ABNA24
Il Brasile si unisce alla denuncia del Sudafrica contro Israele alla Corte dell'Aia

Il Brasile, unendosi alla denuncia del Sudafrica contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia (L'Aia) con l'accusa di aver commesso "genocidio" a Gaza, ha chiesto che la comunità internazionale renda conto dei crimini contro i palestinesi. Questa azione avviene in un momento di crescenti pressioni internazionali per porre fine alla guerra a Gaza.

Secondo l'Agenzia di stampa internazionale AhlulBayt (AS) - Abna - il Ministero degli Esteri brasiliano ha annunciato mercoledì che il paese è nelle fasi finali per presentare un intervento formale nel caso della denuncia del Sudafrica contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia (L'Aia) con l'accusa di aver commesso "genocidio" nella Striscia di Gaza. Questa decisione, che ha incontrato una reazione violenta da parte di Israele, il quale ha definito le accuse "infondate", è stata presa in seguito a un'ondata crescente di pressioni internazionali per fermare la guerra a Gaza e per chiedere conto delle violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi.

Il Ministero degli Esteri brasiliano ha dichiarato in un comunicato esplicito: "La comunità internazionale non può rimanere indifferente ai crimini in corso nei territori palestinesi. Il Brasile ritiene che non ci sia più spazio per l'ambiguità morale o l'inazione politica. L'impunità indebolisce la credibilità del sistema legale internazionale." Il comunicato fa riferimento a violazioni diffuse dei diritti umani a Gaza e in Cisgiordania, inclusi attacchi a infrastrutture civili, uccisioni di massa di civili, in particolare donne e bambini, e l'uso spietato della fame come arma di guerra. Il Brasile ha anche criticato "l'aggressione dei territori con la forza" e "l'espansione degli insediamenti illegali" come esempi di violazioni del diritto internazionale.

Questa azione del Brasile, che si unisce ad altri paesi come Cile, Messico, Colombia, Bolivia, Libia e Spagna nel sostenere la denuncia del Sudafrica, affonda le sue radici nelle posizioni ferme del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Lula, che a febbraio 2024 era stato dichiarato "persona non grata" dal governo Netanyahu per aver paragonato le azioni di Israele a Gaza all'Olocausto, ha chiesto azioni più decisive da parte dei paesi in via di sviluppo all'ultimo vertice dei BRICS a Rio de Janeiro. Ha dichiarato: "Non possiamo rimanere indifferenti al genocidio perpetrato da Israele a Gaza, al massacro spietato di civili innocenti e all'uso della fame come arma di guerra."

Dal punto di vista legale, la denuncia del Sudafrica, presentata alla Corte dell'Aia nel dicembre 2023, accusa Israele di aver violato la Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Questo caso, basato sulle uccisioni di massa di civili, la distruzione di infrastrutture vitali, l'impedimento della consegna di aiuti umanitari e la creazione di condizioni per la distruzione fisica di un gruppo di palestinesi, chiede l'emissione di misure provvisorie per fermare le operazioni militari israeliane. La Corte dell'Aia, nelle sentenze di gennaio, marzo e maggio 2024, ha chiesto a Israele di prevenire qualsiasi possibile atto di genocidio e di garantire l'accesso immediato agli aiuti umanitari, ma i rapporti indicano una continua violazione di queste sentenze.

Il Brasile nella sua dichiarazione ha fatto riferimento a casi specifici di crimini, tra cui l'attacco all'unica chiesa cattolica di Gaza e il recente incendio nella chiesa ortodossa di San Giorgio nella città di Taybeh in Cisgiordania. Il paese ha anche protestato contro la violenza incessante dei coloni estremisti in Cisgiordania e ha chiesto l'immediata cessazione di queste azioni. Lula, che ha sempre sostenuto la soluzione dei due stati con la creazione di uno stato palestinese indipendente sui confini del 1967, ha sottolineato la necessità di porre fine all'occupazione israeliana per raggiungere una pace duratura.

Questa decisione del Brasile viene annunciata mentre le organizzazioni umanitarie, tra cui Amnesty International e Human Rights Watch, hanno avvertito che le severe restrizioni di Israele sulla consegna di aiuti umanitari hanno portato Gaza sull'orlo di una diffusa carestia. Philippe Lazzarini, capo dell'UNRWA, ha dichiarato: "La gente di Gaza non è né viva né morta, ma sono come cadaveri ambulanti." Ha riferito dell'esistenza di 6.000 camion di aiuti alimentari e medici in attesa di autorizzazione per l'ingresso ai confini con l'Egitto e la Giordania.

La diplomazia brasiliana ha anche fatto riferimento ai ripetuti attacchi ai civili nei punti di distribuzione degli aiuti umanitari, definendoli un esempio di "gravi violazioni dei diritti umani". Questo mentre, da ottobre 2023, le forze israeliane hanno ucciso circa 60.000 palestinesi in attacchi aerei, bombardamenti e sparatorie, la maggior parte dei quali erano donne e bambini.

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