AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : Parstoday
venerdì

11 novembre 2022

20:58:07
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ONU, preoccupazioni per la vita di un attivista saudita in carcere a Riyadh

NEW YOTK - L'ONU esprime preoccupazione per la vita di un avvocato nonche' difensore dei diritti umani saudita Mohammad al-Qahtani, tenuto in isolamento a Riyadh.

Mary Lawlor, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani ha espresso una seria preoccupazione per le condizioni di salute e la vita di un attivista dei diritti umani saudita incarcerato, che secondo quanto riferito dalle fonti attendibili, è tenuto in isolamento dopo che la sua famiglia si è lamentata delle aggressioni inflitte a Mohammad al-Qahtani.

"Sono preoccupata per le notizie secondo cui la sua famiglia ha perso la comunicazione con Mohammad al-Qahtani dal 23 ottobre 2022, dopo aver presentato una denuncia per gli attacchi contro di lui da parte di altri detenuti", ha detto Lawlor. "Chiedo alle autorità competenti in Arabia Saudita di informare la sua famiglia di dove si trova e dello stato di salute attuale e di consentire l'accesso alla sua famiglia e ai suoi avvocati". Lawlor ha affermato di essere gravemente preoccupata per l'uso della detenzione in incommunicado (isolamento che impedisce ogni contatto con l'esterno) in quanto rappresenta una violazione dei diritti dei detenuti ai sensi del diritto internazionale. 

Nel 2018 a Stoccolma si è assegnato come ogni anno, i Right livelihood awards, meglio conosciuti come "Nobel alternativi". Tra i vincitori c'è stato anche Abdullah al-Hamid, Waleed Abu al-Khair e lo stesso Mohammad Fahad al-Qahtani, tre avvocati sauditi molto celebri per essere stati tra i più eminenti difensori dei diritti umani e civili in patria, in una serie infinita di campagne su temi quali la libertà di espressione, i diritti delle donne e la richiesta per l'instaurazione di una monarchia costituzionale. Nessuno dei tre ha potuto però ritirare il premio: il loro lavoro ha parecchio infastidito la monarchia islamica, che li ha imprigionati con sentenze tra i 10 e i 15 anni ciascuno. 

La giuria di Stoccolma ha premiato al-Hamid, al-Khair e al Qahtani "per i loro sforzi coraggiosi e visionari, basati sulla fede nei diritti umani e tesi alla riforma del sistema di governo totalitario vigente in Arabia Saudita"

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