Secondo l’Agenzia Internazionale di Notizie AhlulBayt (ABNA), il ministro degli Esteri iraniano ha dichiarato che “i motivi politici per cambiare il nome storico del Golfo Persico dimostrano intenzioni ostili contro l’Iran e il suo popolo”.
Seyed Abbas Araghchi, ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, ha reagito alle notizie riguardo al piano del governo del presidente americano Donald Trump di utilizzare nomi falsi per il Golfo Persico.
Mercoledì, sulla sua pagina personale sul social network X, Araghchi ha scritto: “Il nome del Golfo Persico, come molti altri nomi geografici, ha radici profonde nella storia dell’umanità. L’Iran non ha mai obiettato all’uso di nomi come Mare di Oman, Oceano Indiano, Mar Arabico o Mar Rosso. L’uso di questi nomi non implica la proprietà di una particolare nazione, ma riflette un rispetto condiviso per l’eredità collettiva dell’umanità.”
Ha aggiunto: “Al contrario, i motivi politici per cambiare il nome storico del Golfo Persico dimostrano intenzioni ostili contro l’Iran e il suo popolo e sono fortemente condannati. Tali azioni malevole sono un insulto a tutti gli iraniani, indipendentemente dal loro background o luogo di residenza.”
Il ministro degli Esteri iraniano ha espresso la speranza che “le ridicole voci sul nome del Golfo Persico non siano altro che una campagna di disinformazione da parte di individui ‘sempre bellicosi’ per provocare la rabbia degli iraniani in tutto il mondo e incitarli”.
Il capo della diplomazia ha continuato scrivendo: “Sono certo che il presidente degli Stati Uniti sa che il nome del Golfo Persico ha secoli di storia ed è riconosciuto da tutti i cartografi e le istituzioni internazionali, e persino fino alla fine degli anni ’60 era utilizzato da tutti i leader della regione nelle loro corrispondenze ufficiali.”
Araghchi ha sottolineato che “qualsiasi azione miope in questo senso non avrà alcuna validità o effetto legale o geografico, se non quello di suscitare la rabbia di tutti gli iraniani di ogni estrazione e convinzione politica in Iran, negli Stati Uniti e in tutto il mondo”.
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