3 settembre 2025 - 00:22
Source: Parstoday
Il martirio di Shirin: il volo di una madre da Evin

Shirin Esmaeili, madre e dipendente del carcere di Evin, è caduta martire nell’attacco del regime sionista a questa prigione; Il marito, con la voce rotta dall’emozione, racconta il suo spirito allegro e instancabile, e i momenti dolorosi del ritrovamento del corpo della moglie.

«Si chiamava Shirin (Dolce), e aveva reso dolce anche la mia vita. Sempre vivace, energica e sorridente. Sua madre lavorava nell’organizzazione carceraria, e lei aveva seguito le sue orme. Per anni aveva prestato servizio nella prigione di Qarchak e poi, a causa della distanza, era stata trasferita a Evin. Da quando era arrivata a Evin, il suo stato d’animo era cambiato. Tornava a casa con le lacrime agli occhi. Diceva: Ho appena capito chi sia veramente il nostro Leader, l’Ayatollah Khamenei. Quando vedo alcuni dei suoi oppositori incarcerati nel reparto dei prigionieri politici, comprendo quanto sia stato vittima di ingiustizie!» Queste sono le parole di Masoud Nowrouzi, marito della martire Shirin Esmaeili, caduta martire di recente nell’attacco del regime sionista alla prigione di Evin. Secondo quanto riportato da Pars Today, che cita Hamshahri Online, Nowrouzi ha dichiarato: Mia moglie lavorava nell’amministrazione e nei servizi di supporto della prigione di Evin.

Il giorno dell’incidente, ero in cammino verso la moschea per la preghiera collettiva quando ho sentito l’esplosione proveniente da Evin. In quell’istante ho capito che era successo qualcosa a mia moglie. Mi sono precipitato verso il carcere, la scena era molto forte, sembrava il Giorno del Giudizio. Anche mio figlio e mia suocera sono arrivati lì. Non ci permettevano di avvicinarci al luogo colpito. Solo mia suocera, che aveva lavorato in prigione, è riuscita a raggiungere la zona delle macerie. È stata lei, insieme a mio figlio, a estrarre il corpo di Shirin da sotto le rovine. Io non ho avuto la forza di assistere a quella scena.

Il martirio di Shirin: il volo di una madre da Evin

L’attacco del regime sionista alla prigione di Evin

Un animo allegro e affettuoso

Shirin aveva un carattere straordinariamente allegro ed energico. Sempre sorridente e di spirito giocoso. Non era affatto una persona chiusa. Anche quando discutevamo, facevamo pace subito. Il suo modo di arrabbiarsi era bello, il suo modo di fare pace era bello, il suo modo di parlare era bello. Per me, tutto di lei era amabile. Abbiamo vissuto insieme 27 anni, e il frutto della nostra vita è nostro figlio Erfan, di 25 anni, per il quale avevamo tanti sogni. Quanto Shirin lo sosteneva! Le madri sostengono i loro figli in un modo speciale; con tutto il cuore e la sincerità. Purtroppo, in questi giorni, mio figlio è sotto shock profondo per aver visto con i propri occhi estrarre dalle macerie il corpo di sua madre.

Il martirio di Shirin: il volo di una madre da Evin

Il quadro incompiuto della martire Esmaeili

Gli anni di servizio in carcere

Tre mesi dopo il nostro matrimonio, poiché sua madre lavorava in carcere, anche Shirin ha cominciato a lavorare lì. È un lavoro durissimo, che richiede un carattere forte. In tutti questi anni, Shirin ha sofferto molto. Aveva 45 anni ed era al lavoro sin dai 18 anni. Durante il servizio aveva anche conseguito la laurea. Mi diceva spesso: «I prigionieri politici talvolta ci insultano, e questo mi spezza il cuore.» Mia moglie ha lavorato per 27 anni e tra pochi anni sarebbe andata in pensione.

Il martirio di Shirin: il volo di una madre da Evin

Un dipinto della martire Esmaeili

Dolce come il suo nome

Era un grande aiuto per la famiglia e una lavoratrice instancabile. Eppure, nonostante tutti gli impegni, era ordinata e di gusto. Ai miei genitori dico sempre «Magari fossi stato io al suo posto…» Invidio la sua sorte di martire. Era dolce, proprio come il suo nome. Era un’ottima cuoca, ospitale e premurosa. Io l’aiutavo, ma i suoi piatti erano insuperabili. Amava molto le piante e la pittura. Contava i giorni che mancavano alla pensione, per potersi dedicare alla pittura in modo professionale. I suoi quadri sono ancora in casa nostra. C’è anche un olio su tela rimasto incompiuto, che non sarà mai terminato.

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