L’esplosione causò danni a metà del distretto amministrativo di Beirut, danneggiato il 90% del magazzino di medicine nel quartiere di Karantina e completamente distrutto il deposito di grano. I morti furono 220 e 6500 i feriti, tra cui due militari italiani.
Nell’anniversario della strage, il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha dichiarato: “Colui che cerca la verità sull’esplosione del porto è colui che ha politicizzato questo crimine. La vera ragione per cui non si arriva alla verità sull’attentato al porto di Beirut, è l’ingerenza di potenze straniere con la complicità di alcuni partiti politici libanesi”.
Purtroppo, se l’investigatore è un partito, l’inchiesta non può andare avanti, ma piuttosto sarà un’indagine che serve un partito politico, mentre l’indagine, il processo e la giustizia devono servire tutti i libanesi e non impiegarli nella agenda politica di un partito interno o straniero.
Auspichiamo si possa giungere una soluzione per questo orrendo crimine, perché i libanesi hanno il diritto di sapere chi è il responsabile di questa strage che ha causato tutta questa devastazione, la morte di centinaia di innocenti e l’aggravarsi della destabilizzazione del Libano.
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