Viaggi da lontano, per un incontro ravvicinato
In un angolo del cortile Jame’ Reza, parlo con un uomo di mezza età il cui viso riflette la stanchezza del viaggio e la gioia del pellegrinaggio. Si chiama Haj Ali, viene da Dezful e dice: «Siamo partiti la notte prima della nascita. Abbiamo viaggiato per 17 ore. Sono venuto con la mia famiglia e i miei due nipoti. Ogni anno vengo per la nascita del nostro Signore, ma quest’anno c’è un’atmosfera speciale. Sembra che tutti i cuori battano per la stessa cosa.»
Accanto a lui, sua moglie, con gli occhi pieni di lacrime, recita preghiere. Le chiedo quale supplica abbia fatto. Sorride e risponde: «Ho pregato per la salute di tutti i miei figli; e perché l’Imam Reza sia il nostro intercessore.»
Da Herat a Mashhad; un amore condiviso
Poco più in là, un giovane con un dolce accento persiano dari attira la mia attenzione. Si presenta come Abdul Khaliq, viene da Herat, Afghanistan. Dice: «Non è la prima volta che vengo a Mashhad. Ma la nascita dell’Imam Reza ha un’atmosfera unica. Siamo partiti una settimana fa. Mio padre, mia madre e le mie sorelle erano con me. Quando vengo qui, mi sento a casa mia.»
Gli chiedo del suo viaggio. Con un sorriso risponde: «La strada è lunga, ma il desiderio del pellegrinaggio rende tutto più facile. Anche in Afghanistan amiamo molto l’Imam Reza. Tanti sognano di venire a Mashhad almeno una volta.»
Veglie notturne nei cortili; spiritualità senza fine
Nel cortile della Rivoluzione, un gruppo di giovani è seduto ad ascoltare canti religiosi. Uno di loro, Mohammad, da Ardabil, dice: «Siamo qui da ieri sera. Non abbiamo dormito affatto. L’entusiasmo e la gioia erano troppi. Con i miei amici abbiamo deciso di essere qui per il giorno della nascita. Abbiamo pregato e ascoltato canti. Sembra che il tempo qui non passi.»
Il suo amico, Ali, aggiunge: «Ogni volta che vengo al santuario, trovo pace. Ma la nascitaajmniej dell’Imam Reza è diversa. Sembra che tutti siano diventati fratelli. Nessuno è estraneo.»
Etnie diverse, un cuore solo
Sulla strada verso la sala dell’Imam Khomeini (pace su di lui), incontro una famiglia di lingua curda. Il padre dice: «Veniamo da Sanandaj. Ogni anno scegliamo un’occasione importante per il pellegrinaggio. Le mie figlie erano entusiaste di essere qui per il compleanno dell’Imam Reza.»
La figlia più piccola, di nome Nazanin, dice con entusiasmo: «Da quando siamo arrivati, ho pregato che mio padre stia sempre bene e che l’Imam Reza ci aiuti.»
Una donna di lingua turca da Tabriz, con una piccola bandiera del santuario in mano, dice: «Qui tutti hanno un solo cuore. La lingua non importa. Siamo tutti ospiti dell’Imam Reza.»
Pellegrini stranieri; ambasciatori dell’amore per Reza
In una parte del santuario, si vedono un gruppo di pellegrini con abiti tradizionali pakistani. Una di loro, di nome Fatima, racconta del loro viaggio: «Ogni anno cerchiamo di venire a Mashhad per la nascita dell’Imam Reza. Mio padre dice che l’Imam Reza è il rifugio di tutti i musulmani. Qui ci sentiamo al sicuro e pieni di amore.»
Incontro anche alcuni migranti iracheni; Ahmad, uno studente di Najaf, dice: «Per noi non c’è differenza tra iraniani e iracheni. L’amore per la Famiglia del Profeta ci ha uniti. Spero che questa amicizia e fratellanza durino per sempre.»
Servizi instancabili nel giorno della nascita
Accanto a questo fervore spirituale, i custodi dell’Astan Quds e i volontari, con abiti verdi e bianchi, sono impegnati a servire. Uno dei custodi, il signor Sharifi, dice: «Quest’anno abbiamo oltre un milione di pellegrini. Tutti cerchiamo di offrire i migliori servizi, dalla distribuzione di cibo benedetto alla guida dei pellegrini. La presenza di pellegrini dai paesi vicini ha dato al santuario un’atmosfera internazionale.»
In un angolo, un gruppo di adolescenti volontari raccoglie rifiuti e aiuta gli anziani. Uno di loro, di nome Amir, dice: «Servire i pellegrini dell’Imam Reza è un grande onore. Ogni anno mi offro volontario. Qui impariamo lezioni di amore, empatia e umanità.»
Tavole di generosità e offerte per la nascita
Nelle strade che portano al santuario, si vedono tavole di offerte piene di cibo e bevande. Il suono della gioia dei bambini e il profumo del cibo riempiono l’aria. Il signor Karimi, che distribuisce le offerte, dice: «Questo è il minimo che possiamo fare. Ogni anno facciamo voti per la salute della famiglia e per la risoluzione dei problemi delle persone.»
Una madre, in piedi con i suoi tre figli, aggiunge: «I miei figli sono felici da ieri sera. Dicono che l’Imam Reza manderà loro un regalo. Qui tutto ha il colore e il profumo dell’amore.»
Momenti unici di preghiera e lacrime di gioia
Nella sala dell’Imam Khomeini (pace su di lui), un gruppo di pellegrini piange silenziosamente; alcuni recitano preghiere, altri guardano il santuario con gli occhi chiusi. Una giovane donna di nome Samira dice: «Ho pregato per tutti. Soprattutto per la pace, la salute e la risoluzione dei problemi delle persone. Sento che l’Imam Reza ascolta le nostre voci.»
Un anziano di Gorgan dice: «Da anni vengo al santuario con amore. Ogni volta ho chiesto a Dio di tenere i miei figli al sicuro. Qui nessuno si sente estraneo.»
La festa della nascita; la festa dell’unità islamica
Oggi, il santuario dell’Imam Reza (pace su di lui) è il simbolo dell’unità dei musulmani. Da diverse etnie, turchi, curdi, baluchi, arabi, persiani e lor, fino ai pellegrini provenienti da Afghanistan, Iraq, Pakistan e persino altri paesi, tutti sono venuti con un unico scopo: porgere i loro saluti e visitare il santuario sacro dell’Imam della misericordia.
In questo giorno glorioso, c’è una cosa comune in tutti i cuori: un senso di leggerezza, pace e speranza.
Tutti hanno chiesto all’Imam Reza (pace su di lui) di essere il loro intercessore, di esaudire le loro preghiere e di riversare la sua misericordia sulla loro terra.
Oggi, Mashhad e il santuario dell’Imam Reza hanno ospitato milioni di cuori innamorati; cuori che, al di là di ogni confine e lingua, si sono riuniti con amore per pronunciare il nome dell’Imam della misericordia e celebrare la sua nascita.
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