Gli Stati Uniti e la troika europea, composta da Francia, Regno Unito e Germania, hanno recentemente, in un’azione illegale, attivato il cosiddetto meccanismo di Snapback, cioè il ritorno automatico delle sanzioni contro l’Iran previste dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Con l’attivazione di questo meccanismo, i Paesi europei hanno rivendicato il ripristino delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza contro Teheran. Secondo quanto riferisce Pars Today citando France Presse, Jean Noel Barrot, Ministro degli Esteri francese, ha espresso la sua disponibilità a negoziare con l’Iran e ha affermato che Parigi farà tutto il possibile per giungere a una soluzione attraverso il dialogo.
Tali dichiarazioni del ministro francese arrivano nonostante il fatto che i Paesi occidentali, pur sostenendo di volere la diplomazia con Teheran, abbiano respinto le proposte diplomatiche dell’Iran.
Molti analisti politici ritengono che Europa e Iran, in quanto vicini geopolitici, siano costretti a convivere in un mondo turbolento. Ali Rezvanpour, analista politico, afferma che se l’Europa desidera realmente negoziare con l’Iran, deve tenere in considerazione i seguenti punti:
Separare la politica dagli Stati Uniti
L’Europa deve dimostrare, per recuperare la propria credibilità, di essere in grado di elaborare una politica indipendente e basata sui propri interessi nei confronti dell’Iran, anche se ciò dovesse contraddire in parte la linea di Washington.
Offrire incentivi concreti
Se dovessero riprendere nuovi negoziati, l’Europa deve essere in grado di presentare un pacchetto economico e politico convincente (come garanzie per l’acquisto di petrolio, investimenti infrastrutturali e cooperazione tecnologica) che incoraggi l’Iran a restare negli accordi.
Diplomazia graduale
Proporre un “accordo temporaneo” o negoziare un quadro più ristretto (ad esempio la sospensione di alcune attività nucleari in cambio di una riduzione limitata delle sanzioni) potrebbe contribuire a ricostruire la fiducia perduta.
"Behnam Saeedi", segretario della Commissione per la Sicurezza Nazionale del Parlamento iraniano, ha definito la recente attivazione del meccanismo di “Snapback” da parte dei Paesi europei un’azione illegale e contraria alle norme del diritto internazionale, aggiungendo: La Repubblica Islamica dell’Iran ha rispettato tutti i suoi impegni, ma gli europei, su diretta istigazione degli Stati Uniti, hanno respinto la via della diplomazia.
"Hamidreza Taraghi", un altro esperto di politica internazionale, considera l’Europa la principale perdente nell’applicazione del meccanismo di Snapback.
Secondo lui: Il livello di scambi economici tra Teheran e l’Europa è limitato, perciò l’impatto sull’economia iraniana sarà minimo. La maggior parte dei bisogni economici dell’Iran è soddisfatta dai Paesi dell’Est. Persino una parte dei cereali e delle materie prime che provenivano dall’Ucraina si è ridotta a causa della crisi ucraina. Pertanto, l’attivazione dello Snapback non danneggerà significativamente l’Iran, ma potrebbe invece colpire duramente l’Europa, provocando forti pressioni economiche e interne sul continente. Questo passo, prosegue Taraghi, prepara il terreno a una competizione più ampia e a una possibile guerra economica e politica tra Oriente e Occidente.
Lo stesso esperto aggiunge che, oltre agli effetti economici, questa misura può alimentare le proteste popolari e i movimenti interni nei Paesi europei. La Francia ne è già stata un esempio, e è molto probabile che simili proteste si ripetano anche in altri Stati europei. L’Unione Europea non è più l’Unione potente di un tempo, e il suo declino continua sia sul piano interno che su quello internazionale, ha concluso Taraghi.
Your Comment