Il sito Middle East Eye ha recentemente scritto che il governo di Nicolas Maduro, al potere in Venezuela dal 2013, ha sempre resistito ai progetti imperialisti degli Stati Uniti volti a dominare le vaste risorse naturali del Venezuela e, allo stesso tempo, ha condannato le politiche interventiste di Washington nonché I crimini di Israele a Gaza. Secondo Pars Today, al contrario, Machado, politicante vicina ai movimenti di estrema destra europei e sostenitrice incondizionata di Israele, ha dichiaratamente appoggiato l’attacco degli Stati Uniti e di Israele al proprio Paese e la conquista delle sue risorse.
La decisione del Comitato Nobel di assegnare il premio a un simile personaggio solleva seri dubbi e domande sulla credibilità di questo riconoscimento. Un premio che in passato è stato dato a figure come Henry Kissinger — accusato di crimini di guerra — ma che non fu mai assegnato a leader pacifisti come Mahatma Gandhi. Questa dinamica mostra che il Nobel da tempo si è trasformato in uno strumento al servizio dell’imperialismo e del militarismo occidentale.
Uno sguardo alla storia di questi premi lo conferma:
- Nel 1918, il Premio Nobel per la Chimica fu assegnato a Fritz Haber, inventore dei gas tossici.
-Nel 1926, il Premio Nobel per la Medicina fu dato a Johannes Fibiger per la scoperta di un tumore che in seguito si rivelò inesistente.
-Nel 1949, il Premio Nobel per la Medicina fu assegnato ad António Egas Moniz per l’invenzione della distruttiva tecnica della “lobotomia”.
-Nel 2008, il Premio Nobel per la Medicina fu conferito a un ricercatore le cui indagini erano state finanziate dalla casa farmaceutica AstraZeneca.
Questi esempi mostrano che il Nobel non rappresenta necessariamente un criterio di eccellenza scientifica o morale, ma è spesso uno strumento per consolidare il potere e gli interessi occidentali. Persino Jean Paul Sartre, celebre scrittore francese, quando ricevette il Premio Nobel per la Letteratura, lo rifiutò dicendo: «Prendete la vostra strada e andatevene.»
Le radici di questi premi risalgono al testamento di Alfred Nobel, che, per l’invenzione degli esplosivi, venne soprannominato “il mercante di morte”, e che successivamente cercò di lasciare un’eredità positiva attraverso l’istituzione dei premi. Ma oggi, questa eredità è divenuta più uno strumento di rappresentazione del potere occidentale che un simbolo di pace e progresso.
La realtà è che il mondo è immerso in una profonda crisi morale ed esistenziale. Il Premio Nobel non è la soluzione a questa crisi, ma uno dei suoi segni. Invece di premiare figure controverse, dovremmo piangere le vittime innocenti di Gaza, Sudan, Venezuela e di altre parti del mondo; vittime che sono il prodotto della crescente militarizzazione dell’Occidente.
Oggi il Nobel è sempre di meno un simbolo di umanità e sempre di più una copertura culturale e scientifica dell’Occidente per preservare lo status attuale e giustificare violenze senza fine.
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