Secondo l’agenzia di stampa internazionale AhlulBayt (ABNA), Gharibabadi, in riferimento all’incontro di mercoledì con rappresentanti di Regno Unito, Germania, Francia e dell’Unione Europea a Ginevra, ha affermato: «Abbiamo avuto lunghi negoziati con le controparti europee e il rappresentante dell’UE, concentrandoci sulla risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza, un tema su cui gli europei stanno facendo dichiarazioni in questi giorni.»
Ha aggiunto: «Abbiamo spiegato chiaramente agli europei, dal punto di vista legale, che non hanno alcuna base giuridica per attivare lo snapback. Negli ultimi sette anni, l’Europa non ha rispettato l’accordo sul nucleare (JCPOA), eppure sostiene con arroganza di aver adempiuto ai propri obblighi. Abbiamo chiesto loro di fornire un rapporto che dimostri quali azioni abbiano intrapreso. I dati mostrano che non solo non hanno rispettato il JCPOA, ma hanno anche imposto nuove sanzioni, l’ultima delle quali contro il settore navale e aeronautico iraniano pochi mesi fa.»
Gharibabadi ha sottolineato che, legalmente, i paesi europei non hanno il diritto di utilizzare il meccanismo di snapback. Ha ricordato che un mese fa gli europei avevano proposto un’estensione, ma l’Iran ha chiarito che tale decisione spetta al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Riferendosi alla posizione comune di Russia e Cina, ha avvertito: «Se gli europei abuseranno di questo percorso ignorando gli sforzi diplomatici dell’Iran, la Repubblica Islamica risponderà adeguatamente. In caso di una loro lettera al Consiglio di Sicurezza, l’Iran presenterà le proprie controazioni.»
Ha inoltre ammonito: «Un’azione del genere interromperebbe la cooperazione attuale con l’AIEA e renderebbe privo diქ
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inutile la continuazione. Ecco la traduzione completa in italiano:
Gharibabadi: L'Europa non ha basi legali per attivare lo snapback / Il processo di ispezione non è iniziato
Il Vice Ministro degli Affari Esteri per gli Affari Legali e Internazionali dell’Iran, Kazem Gharibabadi, ha dichiarato: «Dal punto di vista legale, gli europei non sono nella posizione di attivare il meccanismo di snapback e non esiste alcuna base giuridica per tale azione.»
Secondo l’agenzia di stampa internazionale AhlulBayt (ABNA), Gharibabadi, in riferimento all’incontro di mercoledì con rappresentanti di Regno Unito, Germania, Francia e dell’Unione Europea a Ginevra, ha affermato: «Abbiamo avuto lunghi negoziati con le controparti europee e il rappresentante dell’UE, concentrandoci sulla risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza, un tema su cui gli europei stanno facendo dichiarazioni in questi giorni.»
Ha aggiunto: «Abbiamo spiegato chiaramente agli europei, dal punto di vista legale, che non hanno alcuna base giuridica per attivare lo snapback. Negli ultimi sette anni, l’Europa non ha rispettato l’accordo sul nucleare (JCPOA), eppure sostiene con arroganza di aver adempiuto ai propri obblighi. Abbiamo chiesto loro di fornire un rapporto che dimostri quali azioni abbiano intrapreso. I dati mostrano che non solo non hanno rispettato il JCPOA, ma hanno anche imposto nuove sanzioni, l’ultima delle quali contro il settore navale e aeronautico iraniano pochi mesi fa.»
Gharibabadi ha sottolineato che, legalmente, i paesi europei non hanno il diritto di utilizzare il meccanismo di snapback. Ha ricordato che un mese fa gli europei avevano proposto un’estensione, ma l’Iran ha chiarito che tale decisione spetta al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Riferendosi alla posizione comune di Russia e Cina, ha avvertito: «Se gli europei abuseranno di questo percorso ignorando gli sforzi diplomatici dell’Iran, la Repubblica Islamica risponderà adeguatamente. In caso di una loro lettera al Consiglio di Sicurezza, l’Iran presenterà le proprie controazioni.»
Ha inoltre ammonito: «Un’azione del genere interromperebbe la cooperazione attuale con l’AIEA e renderebbe privo di senso proseguire il dialogo. In tal caso, l’Europa si escluderebbe dal dialogo con l’Iran e dovrebbe negoziare solo con i membri del Consiglio di Sicurezza.»
Ha comunque ribadito: «L’Iran è pronto a continuare il dialogo diplomatico. La scelta spetta all’Europa: scontro o cooperazione. Se sceglieranno la via dell’abuso giuridico e politico, l’Iran reagirà. Speriamo che l’Europa adotti un approccio razionale e diplomatico.»
Riguardo alle ispezioni, ha chiarito: «Le affermazioni sul riavvio delle ispezioni in Iran sono false. La legge iraniana è chiara. La presenza di alcuni ispettori dell’AIEA è avvenuta solo per il controllo del caricamento e della sostituzione del combustibile nella centrale di Bushehr, in conformità con l’accordo tra Iran e Russia e sotto la supervisione dell’AIEA, per evitare interruzioni al funzionamento della centrale.»
Ha aggiunto: «Le decisioni sull’interazione con l’AIEA spettano al Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale. I negoziati con l’AIEA per nuovi accordi sono in corso, ma non c’è ancora un testo definitivo, solo uno scambio di idee. I principi fondamentali dell’Iran devono essere rispettati in qualsiasi accordo.»
Infine, ha concluso: «Al momento, non è iniziato alcun nuovo processo di ispezione, salvo il caso specifico di Bushehr, che è conforme alla legge. Se l’Europa intraprendesse azioni politiche, anche i negoziati in corso con l’AIEA ne risentirebbero.»
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