Secondo l’agenzia di stampa internazionale AhlulBayt (ABNA), quattro diplomatici hanno dichiarato che è probabile che i paesi della troika europea (Regno Unito, Francia e Germania) inizino domani, giovedì, il processo per ripristinare le sanzioni delle Nazioni Unite contro l’Iran. Tuttavia, questi paesi sperano che l’Iran, entro 30 giorni, fornisca impegni sul proprio programma nucleare che li convincano a ritardare le azioni concrete.
In questo contesto, il portavoce del Ministero degli Esteri tedesco ha dichiarato oggi, mercoledì, che Francia, Regno Unito e Germania sono ancora pronte ad attivare il meccanismo per il ripristino delle sanzioni ONU. Questa posizione è stata assunta dopo un incontro trilaterale con l’Iran a Ginevra martedì, volto a rilanciare gli sforzi diplomatici sul programma nucleare iraniano.
Il portavoce tedesco ha aggiunto, durante una conferenza stampa, che nonostante l’assenza di risultati concreti nei negoziati, l’opzione del ripristino delle sanzioni rimane sul tavolo, ma i tre paesi europei continueranno a cercare una soluzione diplomatica.
Impegno dell’Iran per la diplomazia
Kazem Gharibabadi, Vice Ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, ha sottolineato martedì l’impegno del suo paese per la diplomazia e una soluzione reciprocamente vantaggiosa, affermando che è giunto il momento per la troika europea e il Consiglio di Sicurezza di prendere una decisione corretta.
Ha aggiunto che le parti hanno esaminato le rispettive posizioni sulla risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza, che sostiene l’accordo nucleare del 2015 tra l’Iran e le potenze mondiali.
L’incontro di Ginevra si è concentrato sulle richieste occidentali per la ripresa delle ispezioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) nei siti nucleari iraniani, con l’obiettivo di rilanciare un percorso diplomatico per raggiungere un accordo o affrontare il ritorno delle sanzioni revocate con l’accordo del 2015.
Scadenze e ritorno degli ispettori
All’inizio di quest’anno, i paesi europei hanno concordato con gli Stati Uniti che, se l’Iran non avesse risposto a determinate condizioni entro la fine di agosto, il meccanismo di snapback sarebbe stato attivato. Queste condizioni includevano la ripresa dei negoziati con gli Stati Uniti, il permesso di accesso agli ispettori dell’AIEA ai siti nucleari iraniani e chiarimenti sullo stato di oltre 400 chilogrammi di uranio altamente arricchito.
Rafael Grossi, Direttore Generale dell’AIEA, ha annunciato oggi, mercoledì, che gli ispettori dell’Agenzia sono tornati in Iran dopo un’assenza di oltre sette settimane e intendono riprendere le loro attività.
In risposta, Abbas Araghchi, Ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, ha sottolineato che l’ingresso degli ispettori dell’AIEA nel paese è stato autorizzato dal Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale con l’obiettivo di supervisionare il processo di sostituzione del combustibile nella centrale di Bushehr.
Ha ribadito che, contrariamente alle affermazioni di alcuni rappresentanti, la legge approvata dal parlamento non è stata violata. Secondo questa legge, la cooperazione con l’AIEA è subordinata alle decisioni del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale e tutte le richieste dell’Agenzia devono essere sottoposte a tale consiglio.
Tuttavia, alcuni parlamentari iraniani hanno protestato oggi, mercoledì, contro il permesso di ispezione alla centrale di Bushehr e al centro di ricerca di Teheran, ritenendolo contrario alla legge approvata dal parlamento. Questa legge, approvata il 26 giugno e confermata dal Consiglio dei Guardiani, obbliga il governo a impedire l’ingresso degli ispettori dell’AIEA e a sospendere tutte le attività di ispezione. L’Iran ha accusato l’AIEA di partecipare ad attività di spionaggio e di fornire il pretesto per attacchi da parte di Israele e Stati Uniti.
Your Comment