7 settembre 2025 - 00:10
Source: ABNA24
La nave di soccorso italiana si unisce alla Flottiglia della Libertà «al Somoud» per aiutare Gaza

La Flottiglia internazionale «al Somoud» ha annunciato che l’organizzazione non governativa italiana di soccorso «Emergency» ha inviato la sua nave di salvataggio «Life Support» per unirsi a questa missione di aiuto a Gaza.

Secondo quanto riportato da Pars Today citando l’agenzia Irna, la nave «Life Support», lunga 51 metri, che normalmente è impiegata nelle operazioni di salvataggio dei migranti nel Mar Mediterraneo, questa volta fornirà supporto medico e logistico alla popolazione di Gaza. In base al comunicato della Flottiglia al Somoud, l’imbarcazione si unirà a decine di barche e a centinaia di persone provenienti da 44 Paesi diversi, con l’obiettivo di rafforzare l’assistenza a Gaza.

In precedenza era stato annunciato che «Mandela Mandela», nipote del defunto leader sudafricano, si era unito alla flottiglia. Il convoglio principale della Flottiglia al Somoud è partito domenica dal porto di «Barcellona», in Spagna, e un altro convoglio si è unito lunedì mattina dal porto di «Genova», nel nord-ovest dell’Italia. È previsto che un ulteriore convoglio parta domenica dalla Tunisia per raggiungere il gruppo lungo la rotta verso Gaza. La flottiglia comprende la Freedom Flotilla Coalition, il Global Gaza Movement, la Flottiglia al Somoud e l’organizzazione malese al «Somoud Nusantara», con l’obiettivo di consegnare aiuti umanitari e sostenere la popolazione di Gaza sottoposta all’assedio.

In precedenza, le Nazioni Unite avevano avvertito che, a causa delle restrizioni imposte da Israele alla consegna di aiuti umanitari vitali, l’assistenza fornita alla Striscia di Gaza era ben al di sotto del livello necessario per far fronte alla crisi alimentare.

Dall’inizio della guerra del regime sionista contro la Striscia di Gaza, il 7 ottobre 2023, questo regime, oltre ai bombardamenti e agli attacchi contro l’area, ha commesso crimini di guerra e imposto la fame alla popolazione di Gaza. Dal 2 marzo scorso, con la chiusura di tutti i valichi all’ingresso degli aiuti umanitari, alimentari e sanitari nella regione, la fame e la carestia si sono aggravate, portando la situazione sull’orlo della più grande «catastrofe umanitaria».

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