Bennett ha dichiarato in seguito all'incidente: "Sapevo che non sarebbe stato facile e so che ci aspettano ancora momenti difficili".
Poche ore fa, il media sionista "Ma'ariv", citando l'analista israeliano Avi Ashkenazi, ha riferito: "Con l'infiltrazione del gruppo di hacker 'Handala' nel cellulare di Naftali Bennett, l'Iran è indubbiamente riuscito a mettere Israele, e in particolare l'apparato di sicurezza interna, in una posizione molto difficile".
Ashkenazi ha dichiarato: "Naftali Bennett è una figura protetta dall'Unità 730 dello Shin Bet per la protezione delle personalità. Il tentativo dello Shin Bet di distanziarsi da questo scandalo non funzionerà. Lo Shin Bet è responsabile dell'intero sistema di sicurezza delle figure che protegge e non c'è spazio per negligenze. Di conseguenza, lo Shin Bet, guidato da David Zini, ha fallito. Il problema non riguarda solo il telefono di Bennett; la questione è molto più ampia. L'Iran è impegnato in uno sforzo coordinato per infiltrarsi in Israele attraverso vari canali, utilizzando lo spazio virtuale per attaccare obiettivi israeliani".
Ashkenazi ha aggiunto: "Israele sta gestendo male questi sviluppi. L'apparato di sicurezza deve cambiare approccio. Oggi gli iraniani sono riusciti a hackerare il telefono di Naftali Bennett; domani potrebbero riuscire a hackerare un sistema strategico israeliano, e allora potrebbe essere troppo tardi".
Vale la pena menzionare che il Canale 12 del regime sionista aveva affermato due giorni fa che hacker iraniani avevano violato il telefono di Naftali Bennett, pubblicando migliaia di numeri privati, foto e conversazioni relative ai gruppi interni di Bennett.
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