Secondo l'agenzia di stampa ABNA, Antony Blinken, ex Segretario di Stato americano, in un'intervista alla CNN, ha ribadito la sua precedente analisi secondo cui l'attacco statunitense alle strutture nucleari pacifiche dell'Iran sarebbe stato un errore.
Egli ha espresso dubbi sul successo dell'attacco americano alle strutture atomiche iraniane, dichiarando: "Sebbene speri che l'attacco sia stato un successo, penso sia ancora troppo presto per giudicare."
L'ex funzionario americano, riferendosi alla firma dell'accordo JCPOA (Accordo sul nucleare) durante l'amministrazione Obama, ha affermato: "Questo accordo ha posto il programma nucleare iraniano entro un quadro limitato e garantiva che l'Iran non avrebbe avuto la capacità di produrre materiale sufficiente per fabbricare un'arma nucleare per un periodo relativamente lungo."
Blinken ha indicato la verificabilità delle azioni iraniane in campo nucleare come uno dei vantaggi del JCPOA e ha aggiunto: "Se l'Iran avesse deciso di violare l'accordo e muoversi verso la produzione del materiale necessario per un'arma nucleare, ce ne saremmo accorti e avremmo potuto reagire."
Egli ha aggiunto: "L'accordo JCPOA ci ha fatto guadagnare almeno un decennio, e probabilmente dai 15 ai 20 anni. Come sapete, alcune clausole scadevano gradualmente, ma c'era la possibilità di estenderle."
L'ex Segretario di Stato dell'amministrazione guidata da Joe Biden ha dichiarato che anche la volontà di quel governo era eliminare la capacità nucleare dell'Iran: "Avevamo esattamente lo stesso pensiero o la stessa opportunità. Eravamo determinati ad affrontare questo problema."
Blinken ha valutato la scelta tra un accordo con l'Iran o un attacco alle sue strutture nucleari come una scelta tra il male e il peggio, affermando: "La domanda principale era: qual è la via migliore? Il problema che avevamo con il bombardamento delle strutture nucleari iraniane era che, sebbene tale azione potesse ritardarlo di uno o due anni, se l'Iran decidesse di ricostruire il suo programma più in profondità nel sottosuolo e in luoghi inaccessibili, allora tra qualche anno ci troveremmo di fronte a un problema ancora peggiore."
Ha aggiunto: "Un accordo diplomatico ci avrebbe fatto guadagnare 10, 15 o 20 anni e avrebbe mantenuto la possibilità di usare la forza in futuro, se necessario. Pertanto, non possiamo ancora dire con certezza se l'attacco alle strutture atomiche iraniane sia stato un successo o meno, perché non sappiamo cosa deciderà l'Iran."
Il diplomatico americano ha concluso: "Spero che gli iraniani giungano alla conclusione di non dover perseguire il programma nucleare, ma temo che in realtà non lo faranno e che alla fine ricostruiranno il programma in modo più pericoloso."
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