La regione Parachinar, situata nel nord-ovest del Pakistan e vicino al confine afghano, è stata nuovamente teatro di un'ondata di violenza contro la comunità sciita e i seguaci di Ahl al-Bayt. Secondo il portale di notizie Pars Today, a Parachinar la situazione è estremamente critica in seguito agli attacchi armati verificatisi negli ultimi giorni per mano di elementi Takfiri.
Secondo fonti locali, questi attacchi, compiuti dai gruppi terroristici Tehreek-e-Taliban Pakistan e Lashkar-e-Jhangvi, hanno ucciso e ferito decine di persone, tra cui insegnanti e residenti locali.
Secondo Arab News, cinque giorni di conflitto armato nel nord-ovest del Pakistan hanno provocato 35 morti e oltre 160 feriti.
Gruppi sciiti pakistani affermano che elementi takfiri, con la complicità dei terroristi, stanno prendendo di mira i residenti sciiti di questa regione con il pretesto di controversie su terre e fattorie.
Il governo del Pakistan e il disprezzo che dimostra per la situazione dei fedeli di Ahl-al-Bayt
Allamah Rajah Nasir Abbas Jafari, segretario generale del partito islamico Majlis Wahdat, ha chiesto all'esercito e al governo del Pakistan di adottare misure appropiate per proteggere gli sciiti e punire gli autori di questi crimini.
Ha avvertito che se il governo fallisce, da tutto il Pakistan le persone arriveranno in questa zona per sostenere i musul manidi Parachinar.
Allo stesso tempo, il governo del Pakistan ha praticamente nascosto questa crisi ai media e alla comunità internazionale tagliando internet e i servizi di telefonia mobile nella regione. Questa azione mostra in qualche modo l'indifferenza e la mancanza di responsabilità del governo nei confronti della sicurezza e dei diritti dei cittadini pakistani di religione sciita.
D'altro canto, i manifestanti hanno organizzato manifestazioni in varie città del Pakistan, tra cui Islamabad, Lahore e Karachi, e hanno chiesto la seria attenzione del governo ai problemi e alle sofferenze degli sciiti di Parachinar.
Storia della violenza: guerra dei takfirista e di sicurezza per sfollare i seguaci di Ahl-al-Bayt
La storia di violenze e uccisioni dei seguaci della famiglia del Profeta dell’islam a Parachinar risale a molti anni fa. In questa regione da tempo si verificano sanguinosi conflitti tra gruppi religiosi e settari e molti sciiti hanno perso la vita in questo modo.
La guerra più grande e più lunga si è verificata a Parachinar nel 2007, durante la quale gruppi Takfiri hanno assediato questa zona.
Dal gennaio 2012 al gennaio 2013, solo 77 attacchi terroristici hanno ucciso 635 sciiti e ne hanno feriti centinaia di altri.
Questi attacchi e violenze sono causati dal movimento Takfiri e perché la popolazione di questa regione è sciita. Molte persone di questa regione sono emigrate in altri paesi per lavorare e spendere parte del proprio reddito per acquistare armi e difendere la propria famiglia e comunità.
La contraddizione del comportamento del Pakistan nel criticare il comportamento degli estremisti indù nei confronti dei musulmani
Questa è la carenza del governo e delle istituzioni di sicurezza del Pakistan, e forse l’associazione della loro parte corrotta con il movimento takfiri, quando questo paese protesta ripetutamente contro il comportamento degli indù nel molestare e uccidere i musulmani.
Come in Pakistan i diritti di questi sciiti vengono ripetutamente attaccati, in India invece movimenti nazionalisti estremi come l’Hindutva sono fortemente attivi contro i musulmani.
Questi gruppi indiani hanno demolito moschee, imposto severe restrizioni contro i musulmani. Finora, più di 3000 moschee storiche in India sono state distrutte o trasformate da questi gruppi in templi indù.
Questa situazione rappresenta una sfida regionale per le minoranze religiose che sono sotto forte pressione e violenza sistematica sia in India che in Pakistan.
Sfortunatamente, sulla base delle prove, i governi del Pakistan e dell’India hanno talvolta alimentato con noncuranza queste violenze e violato i diritti delle minoranze religiose.
La necessità di una risposta internazionale
La situazione critica degli sciiti nel Parachinar del Pakistan e dei musulmani in India, richiede attenzione e azione immediate da parte della comunità internazionale. Il silenzio dei media e la copertura insufficiente di queste crisi hanno raddoppiato l’oppressione delle minoranze religiose e ridotto la possibilità di affrontare i loro diritti umani.