Secondo l'agenzia di stampa Abna, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato in un'intervista alla televisione di stato russa: "La presenza di specialisti della NATO che operavano sul territorio ucraino e all'interno delle strutture statali di quel paese è stata tra i fattori che hanno spinto la Russia a lanciare l''operazione militare speciale'."
Riferendosi alle posizioni del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la vittoria nelle elezioni presidenziali del 2019, ha detto: "Zelensky è entrato nella competizione elettorale con lo slogan della pace, ma in pratica ha violato gli accordi di Minsk e ha alimentato l'escalation delle tensioni."
Il portavoce del Cremlino ha aggiunto: "L'evidente presenza di specialisti della NATO sul territorio ucraino e nelle istituzioni statali di questo paese, insieme all'invio di armi a Kiev, è innegabile. Questa situazione era considerata una minaccia diretta contro i cittadini russi in Ucraina, nonché un pericolo più ampio per la sicurezza della Russia."
Peskov ha sottolineato: "La combinazione di tutti questi fattori ha infine portato alla decisione di avviare l'operazione militare speciale."
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