AhlolBayt News Agency (ABNA)

source : Parstoday
mercoledì

3 aprile 2024

21:16:00
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L’immigrazione di infermieri africani in Occidente, nuova forma di colonialismo

L'Associazione Internazionale degli Infermieri afferma che i paesi ricchi, per risolvere la mancanza delle risorse umane necessarie, hanno fatto peggiorare i servizi sanitari e terapeutici nei paesi del sud del mondo reclutando infermieri dai paesi poveri.

Howard Catton, capo del Consiglio internazionale degli infermieri, ha annunciato che all’incontro di questo mese dei funzionari infermieristici africani, tenutosi in Ruanda, era arrabbiato per le azioni dei paesi dell’emisfero settentrionale che abusano del loro potere economico. il reclutamento di infermieri dai paesi dell’emisfero sud era abbastanza ovvio.

Ha aggiunto che, attirando infermieri dai paesi poveri, i paesi ricchi rendono questi paesi dipendenti da se stessi per lungo tempo e bloccano la crescita e lo sviluppo dei sistemi sanitari nei paesi del sud del mondo, il che è una forma di nuovo colonialismo.

Le continue assunzioni di ostetriche e infermieri originari di Paesi africani nel Regno Unito e in altri Stati europei sono “una nuova forma di colonialismo”. A denunciarlo, i partecipanti a un incontro internazionale di categoria che si è tenuto questo mese a Kigali, in Ruanda.

Secondo Cotton, a capo del Consiglio internazionale degli infermieri, “i rappresentanti delle associazioni africane degli infermieri hanno denunciato che c’è rabbia per il fatto che i Paesi ad alto reddito stanno usando il loro potere economico per assumere la forza lavoro originaria di contesti più poveri e fragili”.

All’incontro di Kagali hanno preso parte rappresentanti di una quarantina di Paesi. Con loro anche Baboucarr Cham, presidente dell’Associazione nazionale degli infermieri del Gambia. Secondo il dottore, il trasferimento del personale sanitario più qualificato in Europa o negli Stati Uniti “sta creando molti problemi”. Cham ha fatto l’esempio di un ospedale della capitale Banjul, dove erano in servizio 300 infermieri, ma dove solo lo scorso anno in 53 hanno deciso di lasciare il Paese.

Secondo Cham, cliniche e ospedali degli Stati più ricchi offrono contratti soprattutto a professionisti con almeno due anni di esperienza post-laurea in un grande struttura. “Chi resta nel Paese d’origine – ha sottolineato il dottore – è costretto a occuparsi di un maggior numero di pazienti, si stanca ovviamente di più e alla fine i malati non ricevono cure di qualità”.

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